Weekend a Brisighella

Un’anima romantica ed un passato prestigioso sono il miglior biglietto da visita di Brisighella

Brisighella
Foto di Michele

Tra i borghi più belli d’Italia spicca Brisighella, una piccola frazione del territorio ravennate che dista una manciata di chilometri da Faenza, altra cittadina romagnola che merita di certo una visita.

Luogo immerso nella tranquillità e nella quiete, Brisighella vanta la certificazione del Touring Club italiano e a pieno diritto sfoggia la Bandiera Arancione, marchio di qualità turistico ambientale che il TCI concede alle piccole cittadine che si distinguono per l’offerta e l’eccellenza dei servizi proposti, sia a livello culturale che ambientale.

Il centro storico della cittadella è davvero suggestivo ed è particolarmente indicato alle famiglie con i bambini ma anche alle coppie.

Questa “Città slow”, ha dato i natali a otto cardinali ed è conosciuta a livello nazionale anche come città dell’Olio e del Vino”

Brisighella è sicuramente una cittadina romantica nel periodo estivo questa vena poetica trova la sua massima espressione quando si tengono cene a lume di candela sotto le stelle, nel dedalo delle viuzze del centro a cui si accompagnano suggestivi sottofondi musicali e performance teatrali.

Il lato più storico e misterioso di Brisighella emerge  quando il passato torna a rivivere con le feste medioevali, tra costumi d’epoca e rievocazioni, spettacoli, banchetti all’aperto e performance teatrali che cambiano completamente il volto del borgo.

La cittadella offre un pacchetto completo di proposte: storiche, enogastronomiche, culturali, naturali ma anche termali. Il relax quindi è assicurato grazie anche alla presenza dello stabilimento in cui vengono utilizzate acque sulfuree e salso iodiche dalle note proprietà terapeutiche conosciute già nell’antichità.

A pochi passi dal centro, immerso in uno splendido parco, si trova l’impianto termale che alle canoniche terapie accompagna anche trattamenti salute e percorsi benessere.

Il territorio di Brisighella è compreso nel Parco Regionale della Vena del Gesso e in zona si trova anche il centro visite di Carnè. Escursioni trekking sono quindi all’ordine del giorno e vale la pena ricordare a tal proposito la “Corolla delle Ginestre”, un percorso di ben 60km che si può attraversare a piedi, a cavallo o in mountain bike, suddividendolo in pratiche tappe: l’itinerario è infatti disseminato di pernottamento e sosta.

Se alla natura si aggiunge poi un pizzico di brivido allora si può programmare una visita alla “Grotta della Tanaccia”, sito archeologico e naturalistico (accessibile solo con visite guidate) che ha visto la presenza dell’uomo gin dall’epoca del rame.

Un tuffo nel passato, sull’antica strada romana che collegava Faenza alla Toscana

Brisighella
Foto di William

A Brisighella si trova la Rocca Manfrediana, simbolo per eccellenza della cittadina,  costruita su uno spuntone di gesso cristallino offre una splendida veduta panoramica sulla vallata del Lamone. Per visitare la struttura  si paga un biglietto di soli 3 euro; la Rocca fu eretta dai Manfredi, signori di Faenza intorno al 1300 per poi passare nel ‘500 prima sotto l’autorità di Cesare Borgia e poi ai Veneziani che arricchirono la struttura con la costruzione del maschio.

Pittoresca ed emozionante è la “Via degli Asini” dove si può passeggiare godendo della copertura dei portici, passando sotto i secolari travi in legno e seguendo il passaggio indicato dalle pietre a spirale colorate. Anticamente questo passaggio coperto poggiava su una base di roccia calcarea e rivestiva una funzione esclusivamente difensiva. Le attività e le stalle arrivarono in un secondo tempo, quando la roccia fu scavata per ricavare nuovi spazi ad uso della città.

Il nome di questo passaggio, si deve al passaggio delle carovane di animali che quasi quotidianamente lo attraversavano trasportando il materiale dalle cave del gesso.

Ad un primo, anche se distratto colpo d’occhio, non può sfuggire la Torre dell’Orologio del XIX secolo costruito sulle fondamenta del forte di origine medioevale. La torre preesistente, almeno fino al 1500, costituì parte integrante del sistema difensivo della cittadina e fu oggetto di restauri a più riprese che si conclusero definitivamente a metà dell’800 quando fu inserito nella torre anche l’orologio con quadrante a sei ore.

Una città che ha dato, come detto, i natali a ben 8 cardinali non può non portare i segni evidenti di una spiritualità che si perde nei secoli.

Qualche parola va spesa allora per il Santuario del Monticino: in questo luogo si venera l’immagine della Vergine realizzata in terracotta. Il suo autore è ignoto ma la data di realizzazione dell’opera risale al primo ventennio del 1600. Oltre l’architettura del Santuario degna di nota è la cava che sorge proprio nella parte retrostante al luogo di culto. Fino a pochi anni fa la miniera era ancora attiva e vi si estraeva il gesso, oggi invece ospita il museo geologico all’aperto.

Da non perdere è anche la Pieve San Giovanni in Ottavo detta anche “Pieve del Tho” situata poco fuori dal centro cittadino; è una struttura di epoca romanica eretta sulla strada che conduce a Marradi. E’ stata costruita intorno al V secolo all’altezza dell’ottavo miglio della via romana che collegava Faenza alla Toscana. La struttura fu ricostruita ed ampliata in epoca medioevale. All’interno della Pieve, tra le varie opere si trovano un pregevole bassorilievo su lastra arenaria di fattura longobarda, un crocifisso in noce presumibilmente di scuola senese che risale a metà del 1200 circa ed una tavola del 1500 attruibuta ai pittori faentini Scaletti e Mengari.

Tante parole sarebbero ancora da spendere per un luogo come Brisighella che, a dispetto delle sue dimensioni, vale la pena di scoprire con pazienza e calma per rimanere affascinati dai beni storici, architettonici, culturali e dagli eventi che con frequenza vengono proposti.

Enrico Samorì

I Borghi più belli d'Italia
Brisighella è stato eletto uno tra i borghi più belli d'Italia dell'Emilia Romagna. Di questa speciale classifica fanno parte anche Bobbio, Castell’Arquato, Compiano, Dozza, Fiumalbo, Fontanellato, Gualtieri, Montefiore Conca, Montegridolfo, San Giovanni in Marignano, San Leo e Vigoleno.

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Cosa mangiare a Brisighella Per chi è alla ricerca di nuovi sapori

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Gli anolini parmensi sono un composto di mollica, parmigiano, uova e spezie. Generalmente si servono in brodo.
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Tipico piatto di Comacchio dove le anguille si preparano con cipolla, odori, pomodori, scorza di limone e aceto.
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Semplice impasto di farina, strutto e sale trasformato in un disco cotto su un piano di pietra e servito guarnito di prosciutto e squaquarone
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Prodotto con un impasto di carni suine, avvolto dall'involucro formato dalla zampa di un maiale e dopo averlo lessato si gusta da solo o con lenticchie.
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