‘S’annamo a divertì, Nannì Nannì’ quanti non conoscono questa celebre canzone della tradizione romana?
I romani, e non solo ai tempi di Meo Patacca, sceglievano i vicini Castelli Romani per trascorrere la famosa gita fuori porta per passare delle ore in allegria, festeggiando la buona tavola ed il buon vino.
Tradizione che, vi assicuriamo, perdura anche ai giorni d’oggi. La zona così denominata include una serie di piccoli paesi in gran parte aggrappati su dolci colline che vengono dominate dai nuclei rappresentanti il cuore pulsante di ogni paese e la campagna circostanza è coltivata soprattutto con filari di viti dalle quali si ricava un ottimo vino. Frascati, Nemi, Albano, Ariccia, Genzano sono solo alcuni di questi paesi dove è facile passare una giornata spensierata, assaporando genuini piatti della tradizione che saranno accompagnati dal famoso Frascati DOC.
Ariccia è una meta che vi consigliamo.
Facilmente raggiungibile da Roma percorrendo la strada statale Appia, è caratterizzata dall’entrata che avviene oltrepassando un famoso ed alto cavalcavia che viene denominato ‘ponte dell’Ariccia’. Appena lo si sorpassa si entra nel piccolo centro e proprio sulla sua sinistra si apre il Palazzo Chigi, realizzato nel Cinquecento e risistemato circa un secolo più tardi dalla mano del Bernini. Il palazzo –ora di proprietà del Comune- è stato reso famoso per essere stata la location di alcune scene del film ‘il gattopardo’ (il salone dove si svolge il ballo) e non è possibile non notarlo immediatamente data la sua imponenza. Ma se ci rechiamo ad Ariccia oltre che per ammirare palazzi storici e monumenti, lo facciamo quasi esclusivamente per conoscere le sue famose ‘fraschette’ che sono locande dove, bevendo del buon vino alla spina, si usa fare ‘merenda’.
La merenda è solitamente rappresentata da piatti di porchetta allo spiedo (qui molto popolare perché tradizione ricciarola quella della preparazione del maiale in porchetta) oppure da piccanti coppiette che sono uno storico prodotto laziale che anticamente erano diffuse come rapido pasto dei lavoratori e come pasto da taverna. Sono fatte con striscette di carne essiccate (bovino, suino oppure equino) e fortemente speziate che erano usate dagli osti per far aumentare la sete agli avventori che, in questo modo, erano obbligati al consumo delle ‘fojette’, ossia caraffe di vino da mezzo litro. Se volete andare in una fraschetta davvero speciale ce ne sono davvero tante!
Ma molte sono estremamente dedicate ai turisti vuoto a perdere e quindi non è detto che siano originali) vi suggeriamo di fermare la vostra auto al primo parcheggio che trovate oltrepassato il ponte e superare Palazzo Chigi e l’antistante piazza per poi imboccare la prima stradina sulla destra che si trova in leggera discesa e a metà della stessa imboccare la piccola traversa di Via Azia dove, al civico 11 si trova ‘Finalmente ‘na fraschetta’. In questa locanda, oltre a buon vino e ad una sana merenda troverete la simpatia del proprietario che spesso imbraccia una chitarra ed intona stornelli più o meno noti, coinvolgendo i suoi clienti in una dimensione dove l’allegria e la spontaneità di un tempo, emerge in tutta la sua potenza.
Se il nostro week end avviene durante la primavera, non possiamo non pensare di raggiungere Nemi, un piccolo centro dei Castelli Romani che si affaccia direttamente sull’omonimo lago di origine vulcanica. Qui, i profumi sono caratterizzati dall’odore di fragole e fragoline di bosco che sono una specialità locale e che si possono mangiare sia con panna che condite con il limone. Qui, la cucina della tradizione è rappresentata dalla carne che viene servita soprattutto alla griglia che ha il pregio di evidenziare un tripudio di sapori che conservano i profumi della brace.
Si può approfittare di qualche piccolo albergo per trascorrere una notte ammirando le luci sul lago che accompagnano un cielo stellato che emerge prepotente dai boschi circostanti.
Aldo Galvagno
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