E’ all’insegna degli antichi sapori questo week end che ha come destinazione due importantissimi centri etruschi che sono ubicati a nord ovest della capitale. Gli etruschi, popolo dall’incerta origine (per alcuni studiosi erano autoctoni e discendenti dei villanoviani; per altri archeologi invece, provenivano dal medioriente) governavano delle città stato che avevano tra loro stretto un patto di alleanza e al cui capo c’era un lucumone che era mezzo sacerdote e mezzo condottiero.
Il pogrom perpenetrato dai romani dopo la conquista del territorio etrusco, distrusse completamente qualsiasi traccia della cultura di questo popolo del quale a malapena si conosce parte del suo alfabeto anche se testimonianze ci sono giunte attraverso le necropoli dove, elementi della loro quotidianità sono stati custoditi all’interno delle camere mortuarie in omaggio ai loro defunti.
Saranno quindi le necropoli di Cerveteri e di Tarquinia a rappresentare il fulcro del nostro fine settimana all’interno del quale conosceremo un popolo davvero speciale e misterioso che poneva al centro della sua attenzione non l’avere bensì l’essere.
L’essenza dell’individuo era per gli etruschi, ragione per valorizzare l’esistenza e secondo la loro religione, l’aldilà rappresentava un passo successivo a quello materiale della vita terrena. Il rispetto dei defunti che venivano omaggiati con sontuose tombe a tumulo oppure a camera, si manifestava con il dono di oggetti, suppellettili e cibo che accompagnavano il morto nel passaggio da una dimensione ad un’altra dove –si credeva- poteva aver bisogno di portare con se le sue cose e il necessario cibo.
Poco fuori della nuova Cerveteri si trova la necropoli della Banditaccia che si estende su di un’area complessiva di 400 ettari di cui, solo 10 visitabili. Lo spazio aperto al pubblico annovera circa quattrocento tombe che partono dal IX secolo avanti Cristo fino a giungere al III secolo aC. e certamente vi sentirete un po’ come Indiana Jones (magari senza frusta) andando a visitare la tomba della Capanna o la splendida tomba dei Rilievi che vi trascineranno all’indietro nel tempo dove sarà facile immaginarvi inseriti in una scenografia che annovera ancelle, fieri guerrieri, contadini e mercanti etruschi.
Alla fine della visita, vi suggeriamo di raggiungere il ristorante ‘Il casale di Monte Tosto’ a via del Fosso del Norcino che è proprio alle spalle della Banditaccia. Qui, i sapori onoreranno le fatiche della visita appena fatta e potranno essere scelti tra un menù a base di carne e uno a base di pesce dove si evidenziano le linguine allo scoglio con funghi porcini e la spigola al tartufo.
Proseguendo per la statale Aurelia, arriviamo a Tarquinia.
Qui, appena fuori e parallelamente alla costa tirrenica si estende la collina dei Monterozzi, dov’è ubicata la necropoli etrusca. In circa sei chilometri sono raccolte oltre seimila tombe, per la maggioranza ricavate da camere scavate nella roccia di tufo e sormontate da tumuli. Eccezionali le tombe dipinte (circa duecento quelle conosciute) che rendono preziosa questa visita: la tomba delle Leonesse, la tomba dei Leopardi, quella della Caccia e della Pesca, motiveranno una visita che aprirà ancora una volta il mondo sconosciuto degli etruschi.
Per rinfrancarvi dalle fatiche, non cercate il ristorante che utilizzò Alberto Sordi nel suo film ‘Vacanze intelligenti’ perché quel locale (che esiste) non si trova a Tarquinia bensì a Sacrofano, un piccolo paesino sulla Cassia alle porte di Roma. Vi suggeriamo di assaporare una buona bistecca alla griglia al ‘Podere Giulio’ in località Pian di Spille al quarto chilometro e mezzo della strada provinciale litoranea che costeggia il mare.
Aldo Galvagno
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