Aschenez, pronipote di Noè, era un mercante semita ed inventore della barca a remi e tre generazioni dopo il diluvio universale approdò sulle sponde dove fu fondata Reggio: questo narra il mito. Ma al di là di quanto narrano le leggende, è un oggettivo dato di fato che la Calabria sia una terra dalla rara bellezza e da una storia millenaria che ha visto questo territorio passare di mano da un conquistatore all’altro, affascinati tutti indistintamente dalla meraviglia del suo mare dagli intensi colori e dai suoi boscosi monti. Scegliere su come passare un week end tra spiagge bianchissime o dorate oppure immersi nei paesaggi alpini dell’Aspromonte è davvero un bel dilemma.
Noi suggeriamo di visitare la Calabria ogni volta che vi sia possibile per scoprire le caratteristiche di questa terra che si divide tra il turchese del mare agli aspri promontori che ne caratterizzano la costa, senza dimenticarvi di assaporare le specialità gastronomiche tipiche che si rifanno a tradizioni coltivati nei tempi.
Il vate D’Annunzio, parlando del lungomare di Reggio Calabria, lo definì ‘il più bel chilometro d’Italia’ anche grazie alla presenza di vicini siti archeologici come Reggio, Locri, Crotone, Sibari, Scolacium e Taureana oltre a bellezze naturali tra le quali spicca ovviamente il mare. In Calabria la sua costa è bagnata da ben tre mari e questo rende ricchissimo il patrimonio ittico che vive in queste acque che sono prospicienti ad un paesaggio che intervalla deliziose spiagge a vertiginose e pittoresche scogliere che rendono questa regione un vero e proprio paradiso naturalistico molto apprezzato dai turisti.
Ovviamente il mare è la meta che più attrae il turismo e molte sono le località che si sono sviluppate per favorire i visitatori: da Tropea a Capo Vaticano, da Scalea ad Amantea, da Praia a Mare a Cirò Marina, da Roccella Ionica a Palmi, senza dimenticare di Pizzo, Soverato, Diamante, Bruzio e Fiumefreddo.
Ma in Calabria è sviluppato anche il turismo montano che si articola sia in Aspromonte che nella Sila, ambedue Parchi Nazionali che sono attrezzati con infrastrutture che consentono lo svolgimento di sport invernali che, in particolar modo si sviluppano a Lorica, Camigliatello e Gambarie. Il turismo culturale, invece, è usufruibile in molti luoghi dove è possibile visitare chiese, fortezze, bacini naturalistici e ovviamente a Cosenza, divenuta recentemente ‘città d’arte’ della regione per il suo patrimonio storico ed artistico e nota come ‘l’Atene della Calabria’.
Quando il 16 agosto del 1972 un sub dilettante inizia la sua immersione nello Ionio a circa trecento metri dalla costa di Riace, quello che pensa è solo di fare una escursione per visitare il fondale e, magari, vedere delle cernie. Quello che invece scopre a circa otto metri di profondità, lo lasciano incredulo, impaurito ed emozionato. Semicoperta dalla sabbia ma ben visibile vede il braccio sinistro di una statua di bronzo dalle dimensioni leggermente più grandi di quelle di un uomo. Senza credere ai suoi occhi mentre si avvicina per osservare meglio, scopre la bellezza di quell’unico pezzo che emerge dal fondale e opportunamente decide di riemergere per avvisare le autorità.Qualche giorno dopo, con un lavoro certosino, il nucleo dei sommozzatori dei Carabinieri, recuperano ben due statue che sono considerati tra i capolavori scultorei dell’arte greca e che furono datati del V secolo a.C.
La bellezza della fattura di queste statue di bronzo ed il perfetto stato della loro conservazione nonostante i secoli trascorsi in acqua, le hanno rese famose in tutto il mondo. I ‘bronzi di Riace’ -così battezzati universalmente- iniziarono ad essere i migliori testimonial della Calabria a livello internazionale. La loro prestanza si evidenzia nei particolari che sono mirabilmente scolpiti: la fluente barba, i capelli con abbondanti riccioli, la muscolatura, i particolari dei volti.
Dopo un primo sommario lavoro di pulitura atto a rimuovere incrostazioni marine, fu chiaro agli esperti che i bronzi erano di provenienza greca e potevano essere paragonati all’Auriga di Delfi, conservato al Museo Archeologico di Atene. Seguirono approfondite analisi e un’ampia lavorazione di restauro che durarono ben cinque anni prima che i bronzi potessero essere esibiti in una prima esibizione al Museo Archeologico di Firenze e poi al Quirinale a Roma.
Oggi, è possibile ammirare questi capolavori dell’arte, visitando il Museo Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria dove hanno trovato sede, dopo essere stati ospitati presso la sede del Consiglio Regionale della Calabria a Palazzo Campanella.
E’ ricca di tradizione enogastronomica la Calabria e questo lo deve per aver assorbito usi e costumi di genti che nei secoli hanno vissuto in questo estremo lembo della nostra penisola. Qui le culture si sono fuse nel corso del tempo lasciando in eredità molti itinerari del buon gusto che non hanno pari. Sapori, odori e colori sono retaggi di Greci, Romani, Normanni, Arabi, Angioini, Spagnoli e Francesi che hanno lasciato una traccia indelebile nella tradizione alimentare di questa regione. Impossibile non gustare la ‘Nduja di Spilinga, la Cipolla Rossa di Tropea, l’olio extravergine, il Pecorino del Poro, gli agrumi calabresi, il piccante peperoncino, i pomodori secchi che caratterizzano piatti prelibati che sono le risultanze di tradizioni antiche che hanno saputo valorizzare al meglio ogni caratteristica dei sapori che li contraddistinguevano.