Tutto sta nella magia dell’amore. Quel dolce sentimento che si insinua tra due persone facendole camminare sopra ad ovattate nuvole mentre i lori cuori, reciprocamente si intrecciano dando vita ad una perfetta armonia di coppia. Per tutti coloro che hanno conosciuto e raggiunto questo fondamentale traguardo dell’esistenza, è dedicata una panoramica di luoghi dove la tenerezza dell’amore può essere celebrato, rendendolo ancora più prezioso.
Una cena a lume di candela preambolo di una splendida notte può essere consumata in ogni dove, ma siamo certi che per certe speciali celebrazioni, questa venga effettuata nelle località da noi indicate, queste saranno il vero valore aggiunto ad un percorso per due davvero speciale.
Giulietta: "Oh! Come entrasti tu qui? Ed a qual fine? I muri che circondano questo giardino sono ardui, e pressoché inaccessibili; ed il luogo in cui stai ti sarà tomba, se alcuno de' miei ti sorprende". Romeo: "Coll'ali dell'Amore valicai l'altezza di que' muri, ché barriera non v'ha al prepotente Amore: tutto che Amor può tentare, Amor l'osa; onde a' tuoi non ebbi riguardo allorché qui venni"…
La storia dell’amore si celebra al 23 di via Cappello a Verona a due passi dalla centralissima Piazza delle Erbe. Qui tradizione vuole che la casa di Giulietta Capuleti sia proprio questa. Sarete colpiti dal poderoso cancello in ferro battuto dove vedrete lo stemma della famiglia Dal Cappello e quando lo sorpasserete, sarete accolti da un delizioso cortile interno dove troverete una statua in bronzo che rappresenta Giulietta.
L’intera costruzione è di origine medioevale e dalla severa architettura duecentesca si evidenziano delle finestre trilobate che la rendono meno austera e soprattutto il verone, da dove -tradizione vuole- si affacciava Giulietta. La casa di Giulietta è disposta su vari piani e conserva una preziosa ricostruzione degli arredamenti dell’epoca.
"Io ti seppellirò in una tomba gloriosa... Una tomba? Oh no, giovane sfortunato! un letto di fiori ti attende, una stanza luminosa ti si prepara, che tutto intorno illumina l'angelico volto di Giulietta"…
Dopo la casa di Giulietta, gli innamorati vogliono rendere omaggio anche alle sue spoglie e quindi raggiungere il luogo dov’è seppellita. Dalla centrale Piazza Brà si va verso palazzo Barbieri e costeggiando le mura antiche si percorre via Pallone fino ad arrivare a via del Pontiere dove dopo aver svoltato a destra e percorso un centinaio di metri si troveranno sulla sinistra i giardini dell’ex convento di San Francesco al Corso dove si trova la tomba. Si deve scendere una scala in pietra per giungere alla cripta che ospita il sarcofago in marmo rosso che è scoperchiato e dove –sempre secondo tradizione- sono state ospitate le spoglie di Giulietta.
Anche se per la Chiesa, i suicidi non erano meritevoli di sepoltura, per la giovane Capuleti fu fatta una eccezione. Passarono gli anni e la leggenda crebbe tanto che il luogo divenne meta di pellegrinaggi tanto che Byron, Maria Luisa d’Austria, Dickens vollero rendere omaggio alla protagonista di questa triste storia d’amore.
E pensare che Shakespeare ha solamente narrato una vicenda riportata già diverse volte ad iniziare dal primo autore, Luigi da Porto che la scrisse nel 1531 e che fu riscritta da Gerardo Boldiero e poi da Arthur Brooke e da William Painter nonché da Felix Lope de Vega ma tutto questo, agli innamorati di tutti i tempi, non interessa un granché.
Immaginatevi una cena a lume di candela ospitati in un ampio salone pieno di specchi e di stucchi, con un alto soffitto dal quale scendono lampadari di Murano. La sala è silenziosa, rotta solo da un cameriere in livrea che di tanto in tanto, porta le comande al vostro tavolo. Lanciando uno sguardo attraverso le lunghe finestre, potete vedere due palme –insolite nel luogo dove state- e subito dopo, un delizioso specchio d’acqua tranquilla. E’ un sogno? No, semplicemente il poco conosciuto lago di Mergozzo.
Questo gioiellino lo trovate nella zona del Verbano Cusio Ossola, in Piemonte a poca distanza dal Golfo Borromeo e da Verbania. Il lago era un tempo il lembo più occidentale del lago Maggiore che un tempo era più esteso ed elevato di oggi. Poi, secoli addietro, le alluvioni del Toce hanno creato uno sbarramento che ha diviso i due laghi anche se il piccolo Mergozzo è ancora collegato al Maggiore per via di un canale di circa tre chilometri. La caratteristica di questo lago è dettata dalla purezza delle sue acque.
Basta passeggiare per il lungolago per rendersi conto di quanti colori riempiano questo ambiente ad iniziare dalle cime di severe montagne cosparse di verdissimi boschi che si riflettono sullo specchio dell’acqua del lago; e mano nella mano arrivare fino alla piazzetta principale del paesino di Mergozzo per ammirare il secolare Olmo che risale al 1600 ed è uno degli alberi monumentale del Piemonte. Poi, possiamo perderci nel curatissimo Porticato delle Cappelle del 1642 a fianco della Chiesa della Beata Vergine Assunta e salire, proprio di fronte all’entrata, su di una lunga scalinata fatta di pietra e che conduce al pittoresco e più antico rione di Mergozzo, il Sasso dove potersi sedere sulla piazzetta lastricata prima di visitare la piccola chiesa di Santa Elisabetta, nella parte alta del borgo che era un castello medioevale.
La Venezia sconosciuta. La città, unica al mondo, è famosa per essere una perfetta location dove trascorrere con il proprio partner un week end alla ricerca di quelle atmosfere che solo Venezia sa regalare. Sarà per l’assenza delle auto, sarà per la luce del tramonto che si riflette sul Canal Grande, sarà perché fu la città di Casanova, oppure perché hanno girato molti film sentimentali …fatto certo è che è perfetta per vivere l’armonia di un grande sentimento. Ogni occasione è quella buona per andare nella capitale dell’amore: sia una ricorrenza che un anniversario. Sicuramente innamorati di tutto il mondo troveranno emozioni che sarà difficile dimenticare come una passeggiata tra campielli e rughe semi deserte da consumarsi all’alba; oppure una romantica gita in gondola superando piccole e silenziose calli dove ascoltare solo il rumore del remo che annaspa l’acqua salmastra del rio. Se volete realizzare un itinerario fuori da quelli classici il nostro suggerimento è quello di percorrerne uno segreto che si snoda all’interno del Palazzo Ducale e che potete riservare sul sito . Si inizia la visita nel cortile del Palazzo e, attraverso una porticina interdetta al pubblico, si arriva al secondo piano del palazzo passando mediante mezzanini costruiti in legno che furono realizzati per mettere in atto un escamotage da parte dei vertici dell’amministrazione veneziana che non voleva far vedere all’esterno ciò che accadeva all’interno. Si visiteranno spazi angusti che erano gli uffici dei contabili della Serenissima a sempre seguendo tortuosi camminamenti si giungerà in una sala a forma di vascello che fu così ricostruita dai carpentieri navali chiamati al rifacimento della stanza dopo un grosso incendio. Ed è in questo luogo che la Repubblica conservava i suoi archivi che, paradossalmente, erano realizzati da gruppi di scrivani analfabeti che avevano solo il compito di copiare fedelmente i documenti che gli venivano affidati: in questo caso era impossibile che qualsiasi informazione filtrasse all’esterno dell’archivio. Un’altra tappa di questo insolito giro riguarda la stanza delle torture che è ovviamente come ci si aspetta, ossia tetra e umida. Le torture si consumavano di notte per non far ascoltare le grida dei carcerati che erano sottoposti al supplizio messo in atto per far confessare le colpe. Il giro prosegue fino all’ultimo piano del Palazzo dove erano ubicate le celle di prigionia riservate ai nobili ma sempre in luoghi tetri e dai bassi soffitti dove fu rinchiuso anche Casanova per una colpa di cui non venne mai a sapere. Leggenda narra che Casanova aiutato da un detenuto, riuscì ad evadere scavando un buco nel soffitto ma sappiamo oggettivamente che molte fantasie della sua vita, furono create proprio da lui e quindi mai sapremo quante e quali corrispondano a verità.
Da un passaggio segreto mascherato da armadio, giungeremo al letale tribunale della Repubblica che è ospitato in un piccolo stanzino dove sono esposti tre seggi in legno intarsiato che erano il posti dei giudici che sentenziavano le colpe dei condannati e leggenda vuole che nessuno ne usciva vivo.
Lasciando il tribunale attraverseremo il Ponte dei Sospiri così chiamato perché ci transitavano i condannati che, vedendo la città e la laguna che non avrebbero più rivisto, sospiravano la libertà.