relax

Weekend relax

Un weekend relax è una fuga dal tran tran della grigia quotidianità che ci accompagna, spesso affliggendoci. I nostri percorsi sono candide evasioni alla ricerca di atmosfere perdute che ci porteranno a riassaporare atmosfere a noi inconsuete dove, il solo viverle, rappresenterà una sferzata di energia psicofisica. Avremo così modo di respirare profondamente fino a trovare radici che consideravamo smarrite per sempre e che ci condurranno piacevolmente, verso ad una dimensione dove ciò che vale è l’essenza di se e non l’apparire o il possedere.
Questi week end destinati al relax sono ovviamente molto soggettivi e ognuno può ritrovare quegli incanti perduti, adoperandosi a fare cose differenti e a vivere scenari diversi uno dall’altro. I nostri suggerimenti sono quindi da considerarsi tali e servono da stimolo affinché ognuno di voi possa cercare all’interno della propria intimità quale sia il suo percorso relax che deve essere estrapolato ed identificato e che sia la giusta destinazione da raggiungere quando se ne avverte il bisogno.

Sassi su sassi

Quando Mel Gibson lo vide, non ebbe esitazioni di sorta ed eliminò ogni possibile concorrenza. Parliamo del Parco Archeologico di Murgia Timone e dei Sassi di Matera, che il famoso attore e regista scelse quale preziosa location per il suo film ‘la passione di Cristo’ dove ambientò il Golgota. Qui, mentre percorreva rampe e stretti passaggi, perdette la testa vedendo le ombre delle case che dopo l’ingresso, diventano grotte antiche di duemila anni.
Immergersi nella speciale atmosfera dei Sassi, è cavalcare all’indietro il tempo e ritrovarsi magicamente a vivere un passato che a Matera, è ancora il presente.
I Sassi di Matera sono la matrice del suo centro storico: il Sasso Caveoso, il Sasso Barisano ed il rione Civita compongono quel nucleo urbano che ha permesso alla città di essere iscritta nella lista dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO che ha motivato nel 1993, tale iscrizione dal fatto che rappresenta un ecosistema straordinario che è stato capace di perpetuare da un passato preistorico i modi di abitare nelle caverne fino alla modernità. Il nostro percorso relax quindi inizia dalla visita alla chiesa rupestre della Madonna delle tre Porte e proseguirà attraverso gli insediamenti umani di epoca preistorica e comunità pastorali che ci spingeranno a conoscere il Parco Archeologico. Rientrando a Matera sosteremo a Piazza Vittorio Veneto per vedere le chiese adiacenti e per godere di una vista panoramica sul Rione Sasso Barisano. Poi, continueremo la nostra passeggiata lungo la dorsale Barocca ed effettueremo soste alle chiese più importanti della città: Santa Chiara, la Chiesa del Purgatorio e San Francesco d’Assisi e, alla fine della stessa, percorreremo la zona medioevale dove potremo osservare dall’esterno la Cattedrale Romanica per poi recarsi a Piazza Duomo per ammirare la panoramica vista su Sasso Barisano.

Che bello quel mostro!

Sacro Bosco di Bomarzo
Foto di bass_nroll

Il luogo vi stupirà non poco ma vi permetterà di addentrarvi in un mondo incantato dove il relax sarà rappresentato dal fatto di tornare bambini e lasciarvi trascinare da una fantasia troppo spesso avvilita dai fatti della vita che la costringono a sopravvivere solo in minima parte. Questa magia può rinascere entrando nel Sacro Bosco di Bomarzo, a circa 18 chilometri da Viterbo. Potrebbe apparire un sito assurdo ma pieno di fascino: qui, in un labirinto magico troverete sculture bizzarre che alimentano le più sfrenate fantasie: case sbilenche, draghi cinesi, elefanti guerrieri, creature spaventose che non mancheranno di suscitare visioni arcaiche e misteriose. Tutto è databile al XVI secolo quando il principe di Bomarzo, Pier Francesco Orsini commissionò la realizzazione di questo parco all’architetto Ligorio perché voleva creare un posto meraviglioso. Indubbiamente il progetto sfuggì di mano al creativo architetto che si lasciò andare ai suoi incubi. Vero è che l’intenzione era quella di spaventare più che stupire ma il risultato fu esattamente questo. Il parco è immerso all’interno di un rigoglioso bosco dove risiedono le sculture che oramai fanno parte dell’habitat naturale tanto da risultarne perfettamente inserite e, a distanza di secoli, ancora riescono a stupire i visitatori che potranno leggere in alcune iscrizioni come  “Voi che pel mondo gite errando vaghi di veder meraviglie alte et stupende venite qua, dove son facce horrende, elefanti, leoni, orchi et draghi”.
La Villa delle Meraviglie si compone oltre che dell’ingresso delle seguenti sculture: Proteo-Glauco, il Mausoleo, Ercole e Caco, La Tartaruga, Pegaso, il Ninfeo, Venere, il Teatro, la Casa Pendente, Nettuno, la Ninfa, Cerere, l’Elefante, il Drago, l’Orco, il Cantaro, Giove Ammone, la Panca Etrusca, Cerbero, Proserpina, Echidna e Furia, la Rotonda e il Tempio.

Quant'è profondo il tempio

Damanhur - Tempio dell'Umanità
Foto di Alex Jarvis

E’ un vero percorso relax quello della meditazione. E per farlo in maniera davvero unica, il nostro consiglio è quello andare nella Valchiusella in Piemonte e fermarvi a Vidracco, un minuscolo paesino abitato da sole 500 anime. Cosa troverete qui, a poca distanza da Torino? Troverete il Tempio dell’Umanità di Damanhur la cui unicità è rappresentata dal fatto che i suoi 850mila metri quadrati distribuiti in cinque livelli, sono tutti sotto terra arrivando fino a ben 72 metri di profondità e rendendo questo, il tempio sotterraneo più grande del mondo. Sette sale principali ognuna battezzata con un mistico nome, camere, corridoio decorati con bassorilievi e mosaici, vetrate dipinte che rendono il luogo coloratissimo e vivo, fanno del Tempio di questa comunità fondata da Oberto Airaudi (o Falco come preferisce farsi chiamare) un luogo di pace e relax. Airaudi inizia la costruzione del Tempio nel lontano 1977 ispirato da visioni che secondo lui appartenevano alla sua vita passata e, con l’aiuto di un gruppo di amici contagiati dalla stessa misticità porta avanti un lavoro realizzato con le sole proprie forze. In questo luogo indubbiamente tra i più strani d’Italia, certamente troverete una pace interiore che non sarà distratta da alcuna amenità e vi permetterà di vivere un rilassante percorso di meditazione che non avrà uguali.

Quant'è verde quel Vallone

Vallone dei Mulini, Sorrento
Foto di Pikakoko

Vi sono luoghi che il tempo ha celato al presente e che pochi conoscono. Persone che, magari, si sono imbattute casualmente senza sospettare minimamente di quanto avrebbero trovato. Sono posti segreti e poco frequentati ed uno di questi è il Vallone dei Mulini a Sorrento.
Qui troverete un antico mulino abbandonato da tanto tempo e semisommerso dalla vegetazione che si è poco a poco, riappropriata del suo territorio. Non si conosce la storia di questo mulino e i pochi riferimenti si rifanno a vecchie foto e a vecchi quadri che raccontavano che  in questo posto si macinava il grano per la gente di Sorrento e che a fianco della costruzione c’era una segheria e che ambedue attingevano acqua da una sorgente naturale dov’era anche un pubblico lavatoio dove le donne facevano il bucato.
Sappiamo che la penisola sorrentina è attraversata da cinque valloni che, in tempi remoti, segnavano il confine tra un paese ed un altro. Di questi cinque spartiacque, il Vallone dei Mulini è quello che si è conservato meglio e da dove partivano altri valloni: uno arrivava fino a Marina Piccola; un secondo raggiungeva Marina Grande e l’ultimo, arrivava fino alle colline.
Il Vallone perse di importanza dopo il 1866 e fu abbandonato per il riempimento della sua parte finale e poi dimenticato.
Oggi, è possibile ammirare quanto sia stato grande e minuzioso il lavoro delle natura che ha incorniciato il Mulino e la segheria, utilizzandole come basi per una naturale scenografia che, chi ha l’opportunità di vederla, non potrà che apprezzarla.

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