Tra le Colline Metallifere, la Montagnola Senese, e la Val di Farma si trova il territorio disegnato da corsi d’acqua, piane e rilievi collinari dove troviamo il caratteristico Chiusdino che conserva intatto gran parte del suo tessuto urbano medievale. Anche se furono gli Etruschi i primi ad abitare la zona, Chiusdino ha una solida origine longobarda il cui nucleo originale è visibile sulla sommità ed è il rione del Portino, che circonda il cassero con il torrione principale e la pieve di San Michele e limitato da una breve cinta muraria che ancor oggi ospita una porta ben conservata.
Visitando il Portino, si trova la Propositura di San Michele, al cui interno è custodita la Testa di San Galgano, il cavaliere-eremita nato a Chiusdino e morto sul colle di Montesiepi, che aveva scelto quale suo romitorio, nel 1181. Vicino alla Propositura, la quattrocentesca Chiesa di San Sebastiano, conosciuta come la Chiesa della Compagnia, e la ben più antica Casa Natale di San Galgano, un possente edificio di gusto tutto romanico. Fuori dalla primitiva cinta muraria e presso la porta che in essa si apre si trova la ex-Pieve di San Martino.
In basso, verso la Val di Merse, il rione delle Buche, costituito dagli ampliamenti duecenteschi di Chiusdino, ci presenta l’intersecarsi di angusti e suggestivi vicoli e chiassi che conservano ancora la pavimentazione originaria. I due rioni sono separati dall’ampia via Paolo Mascagni, della quale si affacciano eleganti palazzi gentilizi, con una varietà di stili architettonici che va dal medievale Palazzo Mori, ai cinquecenteschi palazzi Lenzi-Novellini e Taddei, al settecentesco palazzo Pometti. A circa trecento metri dall’abitato, in mezzo alla campagna, si trova il santuario barocco della Madonna delle Grazie.
Chiusdino è terra di leggende e fatti straordinari che fanno apparire magici alcuni momenti storici e il fulcro di questi fili è l’Abbazia di San Galgano che ferma in un tempo che non sembra appartenere al nostro pianeta. Chiunque vi entri non può evitare di provare un brivido, come essere trasportato in un'altra dimensione e non per caso San Galgano è diventata location di film immaginifici, e palco di opere liriche. Ma è poco lontano dall’Abbazia, nell’Eremo di Montesiepi che si trova la magia: una spada conficcata dentro ad una roccia identica a quella della storia di Re Artù.
La storia ci racconta la vera storia di questa spada e che ci conduce a Galgano Guidotti un giovane scapestrato che a 33 anni ebbe in sogno una visione di san Michele. Si fece cavaliere, ma dopo una seconda visione divenne infine eremita in una capanna a pochi chilometri dal suo paese natale. Qui, in segno di rinuncia alla violenza, Galgano conficcò la spada nella roccia, adorandola come croce. In seguito, compì alcuni miracoli, e dopo soli undici mesi morì nel 1181.
Ma la figura di Galgano è in parte un enigma che si confonde tra le nebbie della leggenda ma che al visitatore che vive l’atmosfera dell’Eremo, non interessa poi molto, tanto è il coinvolgimento dell’anima che viene rapita da sensazioni uniche e fantastiche.
Aldo Galvagno
I luoghi abbandonati più belli d'Italia
L'Abbazia di San Galgano a Chiusdino è uno dei luoghi abbandonati più affascinanti d'Italia. Sommersi dalle acque, abbandonati sui crinali delle colline, evacuati dopo i terremoti o semplicemente dimenticati, ecco gli altri luoghi ricchi di atmosfera più belli della nostra penisola selezionati dall'Huffington Post: il Cristo degli Abissi sul fondale della baia di San Fruttuoso tra Camogli e Portofino, il Vallone dei Mulini a Sorrento, il Paese fantasma a Craco vicino Pisticci, il Lago di Resia a Curon Venosta, Pontedattilo a Melito di Porto Salvo, il Paese sommerso a Vagli Sotto, il Castello di Rocca Calascio, Romagnano al Monte in provincia di Salerno e la galleria con il minareto di Consonno ad Olginate.
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