La notte in cui il Monte della Vernia parea ch’ardesse di fiamma isplendidissima, la quale risplendeva e illuminava tutti li monti e le valli d’intorno, come se fusse il sole sopra la terra.
Si trova nel Casentino il Santuario della Verna. Aggrappato sulla roccia ed avvolto da una ricca foresta di abeti e faggi è un irrinunciabile meta di pellegrinaggi e di devoti a San Francesco che in questo luogo, nel 1224, ricevette le Stimmate.
Da quel momento in poi, la Verna è sempre stata vista come luogo di alta spiritualità anche grazie al contesto creato dai francescani che hanno saputo realizzare un santuario affascinante che trae forza e bellezza anche dall’ambiente circostante e dalla particolare forma del Sacro Sasso de La Verna, la montagna appenninica che somiglia ad una sorta di dente.
Storia narra che nel 1213 si incontrarono il Conte di Chiusi in Casentino e Francesco d’Assisi. Il nobile trovò conforto nelle parole del Santo e volle fargli una offerta che fosse in grado di realizzare il desiderio di Francesco alla ricerca della solitudine e di Dio.
Francesco accettò e andò alla Verna che trasformò in uno dei romitori nei quali ogni anno, trascorreva lunghi periodi di meditazione. Non sappiamo quante volte il Santo sia salito in cima al monte ma conosciamo cosa avvenne durante la Quaresima di S.Michele nel 1224 quando qui trascorse la sua ultima sosta. Francesco era ammalato e stanco e si stava approssimando nel viaggio che lo avrebbe condotto a Dio.
Nelle sue lunghe notti di preghiera in solitudine chiese al Signore di provare un po’ di quello che aveva vissuto Gesù durante la sua Passione. Fu esaudito e il suo corpo fu segnato delle stesse piaghe del Crocifisso, formando su mani e piedi le escrescenze a forma di chiodi. Francesco lasciò La Verna nel mese di settembre e per due anni nascose le Stimmate che aveva ricevute e delle quali solo pochi intimi ne vennero a conoscenza prima della sua morte.
La Verna è custodita dai frati francescani che curano con amore, le radici di questo storico evento che conserva in se, un messaggio di bellezza e di pace.
Aldo Galvagno
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