Comacchio è definita la “piccola Venezia” ed è una città lagunare formata da 13 isolette in grado di incantare gli occhi e il cuore, sia di chi ci vive che di chi la visita. Questa è decisamente una meta che si adatta particolarmente alle esigenze delle famiglie ma anche a gruppi di amici o più semplicemente a chi vuole prendersi qualche giorno di relax. Poco conosciuta, ma una perla davvero impagabile, Comacchio vanta un record, quello di possedere il loggiato più lungo d’Italia, con i suoi 143 archi ed altrettante colonne in marmo
Fatto edificare nel lontano 1647 (poi ricostruito nel corso del tempo in seguito ad un terremoto) dal Cardinale Stefano Donighi, collegava la Chiesa di San Carlo ed il santuario dedicato all’immagine di Santa Maria in Aula Regia.
In questo percorso ci si imbatte anche nella Manifattura dei Marinati, un’antica struttura rimessa a nuovo e attualmente in funzione in cui viene effettuata la preparazione delle tipiche anguille e acquadelle: una vera e propria fabbrica di lavorazione del pesce con una splendida “Sala dei Fuochi” in cui è possibile vedere ben 12 camini in cui vengono cucinate le anguille marinate delle Valli di Comacchio, un piatto tipico riconosciuto anche da un marchio importante come Slow Food.
Tornando alla piccola cittadina da poco meno di 23 mila anime e alla sua vocazione quasi esclusivamente marittima, una visita doverosa va fatta all’Antica Pescheria, un edificio del 1600 oggi adibito a mercato giornaliero dei prodotti pescati. Sempre a proposito di pesca e di navi è possibile vedere, al Museo Civico della Nave Romana, un singolare reperto di origine augustea: una imbarcazione che alla sua epoca si è arenata a poca distanza dalla cittadina e lì è rimasta per secoli, fino ad essere recuperata, nel 1980 durante le opere di scavo di un canale a Valle Ponti, e oggi messa in mostra per i visitatori del museo.
Secondo quanto appurato da Alberto Angela, la nave oggi in esposizione non era un mercantile ma un mezzo utilizzato per rifornire i legionari. A bordo sono stati trovati alcuni reperti in cuoio tra cui una “sarcina” ossia una sacca utilizzata proprio dai legionari per contenere gli effetti personali, ma sempre sull’imbarcazione sono spuntati anche un gladio e un pugnale che fanno pensare alla presenza di un ufficiale romano, ma oltre a ciò è stato rinvenuto anche il sandalo femminile…Che ci fosse una donna a bordo? Gli studiosi sono ancora oggi al lavoro per trovare una spiegazione a questo rompicapo.
Le luci che si spandono e rifrangono sugli specchi d’acqua trasformano Comacchio in un dipinto vivente. Si respira in questa piccola cittadina un’atmosfera d’altri tempi, specie al tramonto quando il cielo si colora di gradazioni indescrivibili e si moltiplicano rifrangendosi sulle placide acque dei canali.
A proposito di acque un fine settimana di relax o comunque in famiglia non può considerarsi concluso senza un’escursione in barca o in bicicletta per scoprire i segreti della valle, la sua storia, la quotidianità, ma anche un ambiente ricco di vita. A circondare Comacchio, infatti, c’è il Parco del Delta del Po, zona umida conosciuta e valorizzata in tutta Europa che accoglie una biodiversità incredibile, un paradiso per tantissime specie di uccelli e di vegetazione in grado di mozzare letteralmente il fiato. A bordo delle motonavi, o in sella alla propria bici, tappa fissa per godere a pieno questo territorio in cui ambiente e presenza dell’uomo convivono in perfetto equilibrio, sono proprio i canali che collegano le isolette l’una all’altra.
Percorrendo i corsi d’acqua, di naviglio in naviglio, lo sguardo si posa sui “trepponti”, vero e proprio simbolo della città edificato nel 1638, una volta porta d’ingresso fortificata per quanti giungevano dall’Adriatico, oggi fa da crocevia di quattro canali che a loro volta si articolano in tante diramazioni avvolgendo la città.
Di certo la cosa che più colpisce di questa zona è la pace, la tranquillità, ma soprattutto la gentilezza degli abitanti del luogo, veraci e capaci di accogliere i visitatori a braccia aperte ed orgogliosi di raccontare la storia delle proprie radici, narrazioni ricche di particolari e suggestioni.
Sono posti talmente meravigliosi che il maestro Mario Soldati diresse proprio in queste zone il film “La donna del fiume” (1955), splendidamente interpretato da Sofia Loren.
Il film appena uscito ebbe un successo trionfale, tanto da essere annoverato tra i capolavori del cinema italiano per poi, col tempo e come spesso accade, essere dimenticato. Questa pellicola ha dato occasione proprio alla Loren di consacrarsi come star del cinema e farsi conoscere anche ad Hollywood.