Dozza è uno dei borghi più belli d’Italia; non siamo noi a dirlo ma il Club omonimo (ossia il Club dei Borghi più belli d’Italia, ndr.) nato nel 2004 da un’intuizione dell’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), con l’obiettivo principale di valorizzare il patrimonio storico culturale e artistico dei piccoli centri italiani. Si premia in questo modo il lavoro e l’impegno di mantenere e preservare tutti quei beni architettonici, ma anche legati alla cultura e le tradizioni, che altrimenti andrebbero persi.
Dozza si trova sul crinale di una collina che domina la via Emilia. A stretto giro da Bologna e Imola è un pittoresco paese che deve il suo nome all’antico medioevo quando con il termine “Ducia” si intendeva la presenza di sistemi di raccolta di acqua.
La mappa della città si caratterizza per la sua forma affusolata ad una estremità della quale troviamo la Rocchetta, una struttura che risale al 1250 circa la cui edificazione si deve al dominio bolognese.
Nel periodo compreso tra maggio e settembre il piccolo e pittoresco Borgo si anima di iniziative ed eventi che richiamano turisti e pubblico da tutta la Regione. Tra questi si segnala senza ombra di dubbio la biennale d’arte moderna “Il muro dipinto” che è ancora ad oggi l’unico esempio in Italia di museo d’arte contemporanea a cielo aperto. La cittadina conta ad oggi una novantina di opere che si possono visitare tutto l’anno e senza spendere nemmeno un centesimo.
Questo evento è stato istituito nel 1960 e da allora gli artisti, anche di fama internazionale, vengono a Dozza per utilizzare i muri delle case come vere e proprie tele. Non di rado, mentre si passeggia per il centro, si possono incontrare i pittori intenti nella realizzazione della loro opera. Di frequente i dipinti vengono restaurati e ritoccati per assicurarne la corretta conservazione.
Nel conglomerato urbano spicca indubbiamente la Rocca, edificio difensivo a pianta esagonale con due torrioni, trasformato a fine 1500 in palazzo signorile dalla famiglia dei Malvezzi che aggiunse alla struttura anche un ponte levatoio difensivo. Oggi quel ponte non c’è più ma sulla falsa riga ne è stato ricostruito uno con le medesime caratteristiche. Una volta varcato l’accesso vi troverete di fronte uno splendido cortile nel quale si tengono tutt’oggi rassegne e spettacoli. Visitando la Rocca non potete perdere la Camera di Pio VII, la sala delle armi e il pozzo a rasoio e se il tempo ve lo consente, fate una capatina anche alle prigioni e ai camminamenti di guardia. Da questi ultimi, poi, si gode nelle giornate limpide di un panorama eccezionale.
Sulle mura delle prigioni, invece si possono scorgere ancora nomi e date di detenzione dei prigionieri che incidevano le pareti con ciò che avevano a disposizione cercando di scandire il tempo che trascorreva, nel tentativo di non perdere il senno ed impazzire.
In questi luoghi splendidi si celano anche inquietanti eventi come la sepoltura del cardinale Lorenzo Campeggi. La tradizione vuole che la salma del cardinale, trasportata da Roma dove si spense all’età di 67 anni, fu dapprima bollita e per poi inviare le ossa a Dozza. Qui i resti furono sepolti inizialmente in una torre del Castello ma oggi si trovano nella cripta della chiesa.
Sicuramente da non lasciarsi sfuggire è la visita agli appartamenti del piano nobile e ai suoi saloni, mentre nel centro storico merita uno sguardo anche la chiesa di Santa Maria Assunta in Piscina (XII secolo) costruita sui resti di una più antica chiesa romanica.
All’interno del convento che risale al 1200 si trova poi l’Hotel Monte del Re. Come ogni monastero o convento che si rispetti, la struttura sorge su un promontorio lontano dal centro abitato e proprio dalle finestre dell’Hotel si può godere di una vista unica e lo sguardo domina da qui sull’intero borgo medioevale. Anche in questo luogo spesso, si tengono incontri, dibattiti ed altre iniziative.
Di Dozza si parla davvero poco e sulle guide turistiche più che un breve accenno non si riesce proprio a trovare ed è un vero peccato perché questo luogo merita davvero di più di un semplice passaggio, tanto che sono i blogger d’oltralpe e d’oltreoceano a raccontare qualcosa di più di questi luoghi e le opinioni che abbiamo potuto leggere sono davvero positive.
Un weekend qui si trascorre in completo relax a metà strada tra la natura e la storia. Qui si può davvero rompere la routine quotidiana e gettando uno sguardo al panorama, scorgendo a distanza la trafficata via Emilia, forse vi renderete conto meglio di quanto state godendo: una piccola porzione di paradiso in terra. Questi territori sono rinomati (e non a caso) per il loro nettare degli dei. La vocazione vinicola di questi appennini è riconosciuta a livello internazionale ed è per questo che proprio a Dozza ha sede l’Enoteca Regionale. La produzione più apprezzata e tipica di questi luoghi è di certo l’Albana, un vino dalle qualità eccezionali prodotto anche nella zona di Bertinoro, in piena Romagna.
La cantina regionale raccoglie le migliori etichette dei vitigni autoctoni e sono oltre mille, quindi armatevi di pazienza e fatevi inebriare dal gusto e dai profumi tipici di questi luoghi. Se lo volete potete farvi consigliare dai degustatori professionisti per un acquisto azzeccato, oppure potete approfittare del wine bar nel quale, in quasi tutti i periodi dell’anno, si tengono iniziative, degustazioni e vere e proprie lezioni di assaggio.
Un piatto che dovete assolutamente provare, tipico della cucina romagnola, è il “garganello”, una pasta di per sé povera cosi come tramandato dalla tradizione. Si narra infatti che per non sprecare la sfoglia avanzata dalla preparazione dei sostanziosi e prelibati “cappelletti” la cuoca di Caterina Sforza inventò questa ricetta che è diventata nella storia uno degli emblemi della cucina romagnola.
La buona tavola qui è decisamente di casa ed è difficile sbagliare ristorante o trattoria. Carni ai ferri, formaggi freschi o stagionati, primi piatti (e tra questi vi consigliamo caldamente di provare i tortelli di ricotta al profumo di salvia) potete annaffiare ogni portata con vini eccezionali, come il Trebbiano o il Sangiovese.
Di cantina in cantina (questo territorio è densamente popolato di agriturismi, fattorie e cantine vitivinicole), potrete scoprire le tradizioni e la storia di questi luoghi, imparando molto di più di quanto una guida turistica possa raccontarvi.
A chiudere un perfetto weekend, una bella gita fuori porta. A pochissimi chilometri di distanza si trova Castel Del Rio dove, a fine agosto si tiene la tradizionale sagra del porcino. Anche qui la storia e la cultura sono di casa e in questo borgo montano spiccano tra tutti il Palazzo e il ponte a schiena d’asino degli Alidosi. La fortificazione è stata eretta nel XVI secolo e al suo interno si trova il cortiletto delle tre fontane. Inoltre l’edificio ospita il museo della guerra in cui sono conservati reperti che risalgono al primo e al secondo conflitto mondiale. Fate tappa anche alla Cantinaccia, al piano interrato del palazzo: qui potrete gustare i migliori prodotti enogastronomici del territorio.
Il ponte, invece, è un vero e proprio esempio delle grandi capacità ingegneristiche dell’epoca: con un arcata di 42 metri ed una freccia di 19 questa struttura è stata proclamata nel 1897 monumento nazionale.
Forse non tutti sanno che, piccola nota curiosa e gustosa, nei boschi di Castel del Rio si trovano castagneti che producono marroni protetti da un marchio d’origine che ne garantiscono il gusto e la qualità e quindi, diffidate dalle imitazioni.
Per informazioni o approfondimenti, sulla storia e le tradizioni di Dozza vi consigliamo di visitare il sito internet http://www.fondazionedozza.it/it/.
I Borghi più belli d'Italia
Dozza è stato eletto uno tra i borghi più belli d'Italia dell'Emilia Romagna. Di questa speciale classifica fanno parte anche Bobbio, Brisighella, Castell’Arquato, Compiano, Fiumalbo, Fontanellato, Gualtieri, Montefiore Conca, Montegridolfo, San Giovanni in Marignano, San Leo e Vigoleno.