Weekend a Fiorano Modenese

Un luogo singolare per un weekend inconsueto, a Fiorano modenese si respira la passione della terra e della storia

Fiorano modenese

Fiorano Modenese è una frazione che si trova ad una manciata di chilometri da Modena e la sua peculiarità principale è la sua capacità di offrire ai turisti un’ottima alternativa ai weekend fuori porta. Le tracce della storia sono ancora visibili e non cozzano con l’urbanizzazione e lo sviluppo industriale del territorio che fa di questa frazione insieme alle vicinissime Spezzano, Nirano e Ubersetto, un perno distretto ceramico emiliano. Chiese, storia, cultura, ville meravigliose, motori e natura qui sono di casa e sono gli elementi principali di un’offerta turistica davvero singolare.

Scoprendo passo passo ciò che questi luoghi hanno da offrire, ci imbattiamo immediatamente nel Santuario della Beata Vergine del Castello di Fiorano la cui storia affonda le proprie radici nel lontano 1600 quando gli abitanti della zona come “ex voto” decisero di realizzare un oratorio sul colle dove custodire l’effige della Madonna. La sacra immagine si trovava sull’arcata di ingresso del castello andato alle fiamme insieme all’interno borgo a metà del 1500 per mano degli spagnoli. Miracolosamente l’opera rimase illesa. Queste vicende, legate anche al diffondersi delle pestilenze del 1600 spinsero i fioranesi a traslare l’opera in un luogo più “congeniale” e fu così che si procedette alla realizzazione del santuario che fin da subito attirò una moltitudine di pellegrini anche da altri territori.

Dal 1998, grazie alla collaborazione tra amministrazione e diocesi è stato realizzata una mostra permanente dedicata agli ex voto, ossia un ringraziamento per un miracolo ricevuto.

Il santuario è visitabile tutti i giorni dell’anno ma in caso di comitive numerose è consigliabile contattare i referenti e magari programmare una visita guidata (durata massima 30 minuti).

Di chiesa in chiesa, sempre alla scoperta del territorio si possono visitare i più semplici seppur suggestivi templi di Nirano e Spezzano. Proprio a Spezzano ci si può fermare un po’ di più visitando il castello che sorge in questo luogo. Trasformato da struttura difensiva medioevale a palazzo signorile dai Pio di Carpi nel primo trentennio del ‘500, questo luogo si caratterizza per una meravigliose corte a portico. Qui sono ancora presenti le antiche Sale delle Vedute e la Galleria delle Battaglie. Molto ben conservati all’interno del castello si trovano ancora affreschi, marmi, soffitti a cassettoni e formelle policrome. Dal 1982 l’amministrazione comunale ha acquistato il castello restaurandolo e destinandolo a sede del museo della ceramica. Oltre ad un’esposizione di reperti e documenti, in questo luogo si ripercorrono le tecniche e le modalità di produzione della terracotta dalle sue origini alla contemporaneità. Una delle mete principali delle scolaresche, qui si tengono anche laboratori di ceramica e convegni ed esposizioni di archeologia.

Il castello di Spezzano è un ottimo esempio di recupero urbano degli spazi. Oltre al museo di cui vi abbiamo parlato poco fa, segnaliamo la presenza dell’acetaia comunale all’interno della torre pentagonale della struttura difensiva. Qui troviamo tre batterie di aceto balsamico (formata da 10 botti ed una botte detta “madre”) tradizionale di Modena, strumenti e arredi d’epoca. Tanto per chiarire le differenze tra gli aceti di Modena acquistati nei supermercati e quelli prodotti con le tecniche d’epoca e naturali è sufficiente sapere che sono necessari 25 anni perché questo aceto venga classificato come “extravecchio” mentre ne sono necessari 12/25 perché assuma la denominazione di “affinato”.

Una visita a questa parte del castello è consigliata anche perché nella casa del custode, il cui ingresso è a pochi metri dalla torre, si trova un ristorante dove gustare la tipica cucina locale. L’intera struttura è poi circondata da un parco storico che risale alla fine dell’800 e addentrarsi in mezzo ai cedri, alle querce e ai carpini è un piacere per il corpo e per lo spirito, specie se si vuole smaltire l’abbondante pranzo al ristorante. Se visitate il castello nel periodo di ottobre informatevi (è sufficiente dare un’occhiata al sito internet del Comune di Fiorano) sulle date in cui si tiene il “Castello Balsamico”, un evento di formazione e informazione con visite e assaggi guidati organizzato dalla Consorteria dell’Aceto Balsamico Tradizionale di Modena. Se invece decidete di visitare nel mese di agosto questi luoghi ricordate che il giorno dopo ferragosto si tiene la pittoresca sagra di San Rocco. Forse non tutti sanno che Ciro Menotti, rivoluzionario ed eroe romantico (nato a Carpi nel 1798) fu sepolto dapprima a Modena ma nel 1868 per volere della famiglia fu trasferita Spezzano e dal 1929 le sue spoglie riposano nella cappella monumentale che si trova nella chiesa parrocchiale.

Tra ville del passato e il sogno visionario di Enzo Ferrari si fa i conti con il potere della natura

Fiorano modenese

Il patrimonio architettonico di queste zone, legato a doppio filo alle grande sviluppo economico e al prestigio di questi luoghi è chiaramente rappresentato dalle numerose ville che spiccano e caratterizzano il territorio.

Un esempio è Villa Guastalla, rasa praticamente al suolo nel 1945 nel corso di un bombardamento perché al suo interno si trovava il comando militare tedesco. Lo splendido edificio e l’enorme parco che lo circondavano erano stati tolti ai legittimi proprietari dalla Repubblica Sociale Italiana dato che apparteneva ad una famiglia ebraica.

Oggi la villa si presenta completamente ristrutturata, così come il suo parco che accoglie oltre 2 mila piante e per questo è considerata una delle aree ecologiche di maggior pregio ed interesse per le specie che vi si trovano. Una piccola curiosità: qui si trova l’unico esemplare in tutta la regione della quercia da sughero.

Un altro splendido esempio di architettura di metà settecento è Villa Messori che si trova a poca distanza dal centro di Fiorano e che si presenta come una struttura a pianta quadrata con un’altana che spicca sul resto della costruzione.

Villa Pace, invece è un grandioso esempio di villa padronale con una loggia a tre archi che si affaccia ad uno splendido parco. Nelle stanze si trovano ancora affreschi e decori d’epoca. Oggi questo edificio ospita la biblioteca comunale, ed alcuni uffici della pubblica amministrazione.

Ci sono poi ancora da vedere villa Coccapani e villa Cuoghi e villa Campori: d’altra parte non possiamo raccontarvi tutto privandovi del piacere della scoperta.

Lo avevamo detto proprio all’inizio di questo articolo: l’offerta turistica di questi luoghi è vasta e interessantissima; dalla cultura alla storia si passa ad un altro elemento tipico dell’Emilia Romagna: la passione per i motori e la velocità. Non ci stupiamo allora di vedere a Fiorano, sulla strada che conduce alla pista Ferrari, il monumento dedicato a Gilles Villeneuve. Il pilota, morto tragicamente l’8 maggio del 1982 sulla pista di Zolder è stato ricordato dall’amministrazione fioranese prima con l’intitolazione di una strada e poi, ad un anno di distanza, con un monumento realizzato dal progetto di Ugo Cavazzuti. Seguiamo allora quella strada e arriviamo al famosissimo circuito di Fiorano che sorge nelle strette vicinanze dello stabilimento Ferrari di Maranello.

La pista realizzata nel 1972 per volontà dell’ingegnere Enzo Ferrari è ancora oggi un impianto dove si sperimentano i nuovi modelli che escono dalla casa del cavallino rampante ma anche il team della rossa di Formula 1 testa qui gli avanzamenti dei motori e gli assetti aerodinamici. Il circuito misura circa 3000 metri e la velocità media di percorrenza è di 160 km/h mentre la velocità massima raggiunta su questo tracciato è di 290 km/h. Questo per gli appassionati è il vero tempio della Ferrari.
Da ultimo, ma non in ordine di importanza è l’argomento “natura”. Di giardini e parchi storici abbiamo parlato anche poco fa ma nulla abbiamo deto riguardo al sentiero pedonale ciclabile che dal castello attraversa tutto il parco e conduce a Maranello, collegando anche i la Riserva delle Salse di Nirano e i castelli che si trovano in questo territorio.

Vogliamo però concentrarci su un’attrazione naturale davvero originale e d’effetto: sono proprio le salse di Nirano, un fenomeno geologico studiato a livello internazionale che ha origine dal deposito di idrocarburi che salendo in superficie creano dei piccoli vulcani da cui emergono fanghi che, seppur sembrino ribollire, non bruciano affatto.

All’interno della riserva è stato ristrutturato un vecchio casale e trasformato nel centro visite “Cà Tassi” che dalla sua posizione offre una panoramica generale dell’area centrale della zona protetta.

Qui si possono prenotare visite guidate alle bellezze naturali come apprezzare il museo naturalistico, il centro di documentazione e visionare i materiali multimediali che raccontano la biodiversità di questi luoghi. All’interno del centro visite si può inoltre osservare l’esposizione permanente che racconta la costituzione della riserva e delle diverse strutture che col tempo sono sorte in quest’area.

Sono ben 4, poi, le strutture ricettive tra cui scegliere per pranzare, cenare oppure pernottare: due trattorie, un bed & breakfast e fattoria didattica ed un agriturismo: tutti collocati in posizioni nevralgiche e pratiche. Inoltre nell’area ci sono anche 5 aree di sosta attrezzate che supportano i percorsi escursionistici e didattici, tutti, dotati di punti acqua.

Sono tanti i motivi per cui si può e si deve visitare Fiorano, che alla luce di quanto vi abbiamo raccontato è uno di quei meravigliosi posti dove l’accoglienza è di casa e le piacevoli sorprese sono dietro l’angolo.

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Cosa mangiare a Fiorano Modenese Per chi è alla ricerca di nuovi sapori

Piadina
Semplice impasto di farina, strutto e sale trasformato in un disco cotto su un piano di pietra e servito guarnito di prosciutto e squaquarone
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Zuppa di anguille
Tipico piatto di Comacchio dove le anguille si preparano con cipolla, odori, pomodori, scorza di limone e aceto.
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Cappellacci
Piatto ferrarese a di base è la zucca. La loro forma ricorda, cappelletti e tortellini e vanno serviti o in brodo o burro e salvia.
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Squacquerone
E’ un formaggio fresco e cremoso di colore bianco caratteristico Romagnolo, oggi diffuso non solo in Emilia Romagna . Si usa metterlo sulle piadine.
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Lasagne alla bolognese
Famoso in tutto il mondo. Preparato con sfoglia all’uovo rettangolari poste in una pirofila alternando strati di ragù, besciamella e Parmigiano Reggiano grattugiato e cotte al forno.
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Tortellini in brodo
Piatto tipico emiliano e composti da sfoglia ripiena di carne, prosciutto, mortadella, uova, parmigiano e aromi e poi cotti nel brodo.
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Zampone
Prodotto con un impasto di carni suine, avvolto dall'involucro formato dalla zampa di un maiale e dopo averlo lessato si gusta da solo o con lenticchie.
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Prosciutto
Insaccato prodotto dalla coscia del maiale che viene conciata e stagionata in appositi depositi. Il più famoso per la sua dolcezza è quello di Parma.
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