Forlimpopoli sorge sul tracciato dell’antica via Emilia che la attraversa tagliandola a metà e dividendo idealmente in due parti la città: da un lato si estende quella più datata, che ospita la piazza centrale e la Rocca degli Ordelaffi, dall'altra, invece più nuova e frutto dell’urbanizzazione del territorio, che si estende verso Bertinoro e Selbagnone.
Nonostante le piccole dimensioni a dispetto di quello che si possa pensare trascorrere un weekend a Forlimpopoli non solo è possibile ma è anche caldamente consigliato. Questo non solo per il suo patrimonio artistico storico e culturale ma anche per l’aspetto enogastronomico, una caratteristica che ha trasformato la città degli Ordelaffi nella in quella che all’unanimità viene chiamata “città artusiana”.
Forlimpopoli infatti è rinomata in tutta Italia ma anche in Europa e in diversi altri paesi del mondo per il suo patrimonio culinario ereditato direttamente dal padre della cucina, Pellegrino Artusi. La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene è un volume di fama davvero universale. Una nota su tutte: nel 1978 il Reader’s Digest pubblicò una ricerca con cui si certificò che il manuale di artusi aveva venduto oltre un milione e 300 mila copie.
Forlimpopoli affonda le sue radici in epoca romana e ha goduto di una certa fama soprattutto nel periodo medievale. La storia riporta come la città sia stata distrutta una prima volta dai Logobardi per poi essere ricostruita dai forlivesi, passando inoltre sotto il dominio dei signori Da Polenta.
Una ferita indelebile che rimane negli annali della storia è il saccheggio che la città subì per mano delle truppe del cardinale Albornoz durante il periodo di signoria degli Ordelaffi. È proprio da questo momento che Forlimpopoli perde la sua supremazia territoriale in favore di Bertinoro a cui spetterà con gli anni anche la sede del Vescovado diocesano.
La Rocca, realizzata per volere del bellicoso cardinale spagnolo Egidio Albornoz, è uno degli elementi più caratteristici della città con la sua pianta rettangolare a 4 torrioni circolari che smorzano gli angoli. Al centro un tempo sorgeva un maschio, oggi demolito, mentre su due lati è ancora presente la traccia del fossato di difesa.
Tra le possenti mura sono state trovate tracce della zona absidale dell'antica cattedrale cittadina.
Attualmente la Rocca ospita il Museo Archeologico cittadino, la sede municipale ed il teatro comunale intitolato a Giuseppe Verdi, ricavato dalla modifica di un'ala della fortificazione realizzata nei primi anni dell ‘800.
Altrettanto storica ed affascinante è la Chiesa dei Servi edificata nella seconda metà del XV secolo per mano dei padri dell'Ordine dei Servi di Maria: Qui sorgeva il convento e l'antico ospedale, oltre al oratorio della Confraternita dei Battuti Neri. La chiesa subì notevoli rimaneggiamenti fino alla fine del Settecento quando in epoca napoleonica i padri dell'Ordine dei Servi decisero di abbandonare definitivamente sia la il tempio che il convento, che al suo interno conserva ancora l'altare dell'Annunciazione sovrastata dall'omonima pala d'altare realizzata da Marco Palmezzano nel 1533.
La storia di Forlimpopoli è piena di tracce di aneddoti che la rendono un piccolo forziere di perle e di curiosità come quella legata alle scuole magistrali realizzate per le pressioni di Giosuè Carducci. In questo istituto si formò e concluse il suo percorso di studi un giovane Benito Mussolini che qui conseguì il diploma di maestro.
Forlimpopoli è un’eccellente meta per un weekend da dedicare a relax, cultura, ma anche la buona tavola.
L’enogastronomia è di casa e qui veniamo all’argomento clou di questo articolo. Nel lontano 1320 venne alla luce il padre della cucina italiana Pellegrino Artusi; oggi sarebbe stato definito una sorta di pecora nera della famiglia. Unico maschio in casa tra 7 donne e soprattutto figlio di un droghiere appassionato di politica e di impegno civile, Pellegrino preferì una vita molto diversa: si formò e studio in seminario a Bertinoro. Commerciò viaggiando in diversi paesi sotto l'egida dello Stato Pontificio e uscendo anche dei confini italiani ma la passione per la cucina e per le ricette della tradizione (non esclusivamente romagnola) si manifestarono in maniera prorompente all'età di 60 anni. E’ nel 1891 che vide la luce un libro tra i più letti tradotti e consultati al mondo: "la scienza in cucina e l'arte di mangiar bene" una produzione oggi di indiscutibile valore ma che all'epoca non ottenne grandi riscontri, anzi: per essere pubblicato il volume fu finanziato dallo stesso Pellegrino Artusi. Oggi la città invece lo ricorda e gli ha reso omaggio dedicando alla sua memoria la casa di riposo, la biblioteca comunale, l'istituto alberghiero e soprattutto un monumento, eretto proprio all'ingresso della città.
Dopo una panoramica così ampia e generale sulla storia di Forlimpopoli, che sicuramente avrà già destato curiosità ed interesse vi diamo ora qualche altro buon motivo per trascorrere qualche giorno in quella che a buona ragione è stata ribattezzata la città artusiana.
Ormai dal 1997 qui si tiene la festa dedicata al padre della cucina italiana: si tratta di un vero e proprio festival costruito ed organizzato intorno all'arte della buona tavola. Il centro storico si trasforma completamente ed ospita per un’intera settimana stand gastronomici e il reticolo di strade viene intitolato ai prodotti tradizionali, dalle erbe aromatiche tipiche di queste terre, agli antichi liquori. Tra questi va citato il nocino una produzione classica a cui annualmente è dedicato anche un concorso nazionale.
Nella settimana di festival personaggi di fama internazionale, dal panorama culturale e da quello dello spettacolo fanno tappa puntualmente a Forlimpopoli ospiti di una manifestazione che trova nella collaborazione di tutti i cittadini e in Casa Artusi, tempio dell’arte culinaria nazionale, la massima espressione.
Proprio su Casa Artusi è bene spendere qualche parola in più. Nata all'interno del monastero e della Chiesa dei Servi si è trasformata nel luogo culto per lo studio della cucina italiana e non solo. Questo è davvero uno spazio poliedrico che ospita il museo dedicato la buona tavola, una scuola di cucina ed è un punto di riferimento a livello internazionale come centro di cultura gastronomica. La Regione Emilia Romagna ha per questo inserito Casa Artusi nella rete dei musei del gusto. Pur essendo l'Olimpo della buona cucina, Casa Artusi è aperta agli appassionati e ai curiosi, ai professionisti così come gli studenti e ricercatori, ma anche a quanti vogliono scoprire o affinarsì nell'arte della cucina.
Sempre all'interno di questa grande struttura sono stati ricavati un ristorante particolarmente rinomato ed un osteria che non deluderà nemmeno i palati più raffinati.
Tra gli eventi che cadenziano l'anno di Forlimpopoli c'è anche la tradizionale Segavecchia festa popolare che si svolge nella settimana a metà Quaresima e che vede la partecipazione di migliaia di persone che provengono da tutta la regione ma anche da altri territori.
Nei festeggiamenti un grande fantoccio, alto più di 5 metri, di cartapesta legno e metallo viene letteralmente squartato in due davanti al pubblico. all'interno della vecchia si trovano dolciumi e giocattoli che vengono poi distribuiti ai bambini.
Secondo la tradizione, affascinante e coinvolgente che vi invitiamo ad approfondire, questa festa risale al Medioevo e la leggenda narra che una vecchia signora dai costumi piuttosto discutibili non avendo prestato la dovuta attenzione ai precetti di non nutrirsi di carne nel periodo della Quaresima fu condannata ad essere tagliata in due pubblicamente.
In realtà pare che questa festività affondi le proprie radici in epoche molto più lontane e la vecchia segata in due rappresenti la fine del periodo invernale e il ritorno della bella stagione, portatrice di frutti e doni per gli uomini. La piazza centrale di Forlimpopoli e le vie che la circondano durante la Segavecchia sono letteralmente prese d'assedio da un pubblico molto folto che di generazione in generazione ha tenuto viva questa tradizione, capace ancora oggi di coinvolgere, suggestionare ed entusiasmare grandi e piccini. Partecipando alla Segavecchia si torna un po' bambini e tra carri allegorici che sfilano e balli con i gruppi in maschera ci si diverte da matti. E ancora i giochi del luna park e magari un po' di shopping nei mercati allestiti nelle vie del centro storico. Il tutto si chiude in bellezza con il tradizionale ed emozionante spettacolo pirotecnico.
Forse questi due sono gli appuntamenti più emozionante e più attesi dagli abitanti di Forlimpopoli e non solo ma tanti altri sono gli eventi che vengono proposti nel corso dell’anno, dalla festa rinascimentale alla primavera forlimpopolese, fino alle pregevoli rassegne musicali. Tra tutte spiccano il festival di musica popolare e l'Artusi Jazz Festival che richiamano appassionati da tutta Italia grazie ai grandi nomi che periodicamente si esibiscono proprio nella città Artusiana.
La collocazione geografica di Forlimpopoli fa di questa città un ottimo punto di riferimento per chi ha poco tempo a disposizione e vuole scoprire e godere delle ricchezze della Riviera romagnola ma anche del suo entroterra.
Esattamente a metà strada tra Forlì e Cesena, un’eccellente rete stradale e mezzi di collegamento con il resto del territorio vi permetteranno di sbizzarrirvi con incursioni al mare o nelle città della cultura emiliano romagnole. Potrete inoltre godere della natura del territorio grazie alla fitta rete di sentieri escursionistici che attraversano l’ Appennino forlivese e quello cesenate alla scoperta magari di profumi colori e sapori grazie numerosi agriturismi e bed and brekfast che si trovano in queste zone.
Il periodo più consigliato per visitare Forlimpopoli è quello estivo o autunnale. E’ in questi momenti che si concentrano la maggior parte delle sagre e degli appuntamenti dedicati ai prodotti tipici e alle tradizioni della Romagna. Tantissimi e uno migliore dell’altro sono i locali dove poter provare cucine sane, semplici oppure elaborate. Non ve ne consigliamo uno in particolare semplicemente per invogliarvi a scoprire di persona questi luoghi. Trattorie, osterie e ristoranti sono nella stra grande maggioranza dei casi gestite da persone cordiali ed accoglienti, disponibili a raccontarvi magari anche qualche segreto dei loro piatti.
I vini migliori della Romagna vengono prodotti in queste zone e a pochi passi dalla cittadina artusiana sorge Bertinoro dove si trova la riserva storica dei Sangiovesi.
Se vi sentite appesantiti o avete mangiato più di quanto avreste dovuto potete sempre smaltire pensando ad una bella passeggiata sui colli oppure ad un escursione in bici, o magari potete provare il brivido dell’altezza all'Indiana Park di Fratta Terme.
Insomma, chi più ne ha più ne metta: questo aricolo alla fine dei conti voleva solo stuzzicare la vostra curiosità e darvi qualche buon motivo per visitare Forlimpopoli e le località che circondano il tempio della cucina italiana.