Un week end a Narni significa vivere una parentesi decisamente romantica. Non tanto per le antiche origini di questa cittadina umbra che risalgono al 300 a.C. quando i romani si insediarono per costruire la via Flamina, ma quanto per l’architettura medioevale viva e suggestiva. Dalla Rocca Albornoz edificata nelll XVI secolo al suo centro storico, dov’è possibile ammirare Porta delle Arvolte tutto parla di storia. Proseguendo per via Roma giungerete a Piazza Garibaldi dove campeggia una fontana ricostruita dopo il saccheggio del 1527 che presenta un bacino a mattoni ed una vasca in bronzo del Trecento.
Passeggiare lungo tutta via XX Settembre vi farà arrivare a Porta Romana dove potrete riprendere il cammino verso il centro per attraversare l’arco del Duomo di San Giovenale, patrono di Narni. Per vivere in pieno questa emozione medioevale, sarebbe interessante andare a vedere la Corsa all’anello che si corre in maggio. In quei giorni dedicati al Patrono, Narni vive il folklore attraverso rievocazioni storiche e ad un avvincente competizione equestre. Per tutti coloro che andranno in altri periodi, per vivere il Medioevo è sufficiente visitare la città: Palazzo dei Priori del Trecento, Palazzo del Podestà del XIII secolo, la Chiesa di San Domenico, la Chiesa di Sant’Agostino, il Museo di Palazzo Eroli e lo storico Ponte di Augusto, arco superstite del manufatto di epoca romana del I secolo a.C.
Narni, come tutti i paesini dell’Umbria, non è solo un luogo romantico, ma è anche una meta ideale per assaporare la tipica cucina regionale. E se si è buongustai, cosa conviene mangiare? I primi piatti solitamente esaltano una cucina che prevede funghi, asparigi e tartufi, ossia quei prodotti del territorio a seconda della stagione. Indimenticabile le pappardelle fatte a mano o gli gnocchi di patate che possono essere conditi con sugo a base di lepre o cinghiale oppure anatra.
Tuttavia suggeriamo di ordinare ‘la bandiera’ che è una particolare peperonata tradizionale Umbra (zucchine, patate, peperoni tagliati a listarelle e fatti stufare in padella con olio pomodoro e cipolla) semplice ma gustosa. Oppure ‘la brosega’, altro piatto semplice (pomodori saltati in padella con soffritto di cipolla dove all’ultimo si uniscono uova da strapazzare).
Per i golosi invece il ‘brustengolo’ è quello che fa per loro: è un dolce povero fatto con farina di mais, pinoli, noci, nocciole e fettine di mele e cotto al forno.
Aldo Galvagno