I vacanzieri che approfitteranno di una vacanza sulle belle spiagge di Pizzo Calabro, potranno soddisfare la propria curiosità andando a visitare il suo castello Aragonese, teatro di eventi tragici che videro Gioacchino Murat imprigionato e successivamente fucilato da Ferdinando IV di Borbone dopo la sconfitta di Napoleone che intendeva riconquistare il Regno di Napoli.
Il castello di Pizzo fu commissionato da Ferdinando d’Aragona nel Quattrocento per sedare le varie congiure contro di lui ordite da signorotti locali come Carlo Sanseverino, feudatario di Pizzo. Fu proprio Gioacchino Murat, durante la conquista del Regno di Napoli a favore di Napoleone ad essere apprezzato dal popolo per via delle riforme che attuò per migliorare le condizioni di vita dei suoi sudditi. Questo, però, non gli permise di avere la vita salva e poco si sa della sua sepoltura e della fine che fecero i gioielli personali che Murat aveva al momento dell’arresto, così come del bottino di guerra che stava sulla sua nave al porto di Pizzo.
Le leggende dicono che forse il suo corpo giace in una fossa comune della navata centrale della chiesa di San Giorgio ma altri affermano che i resti siano sepolti nella fossa comune del cimitero; mentre per altri il suo corpo decapitato sia finito a mare mentre la sua testa fu inviata a Ferdinando di Borbone.
Fatto sta che in non pochi affermano di sentire rumore di catene provenienti di notte dalla navata centrale della chiesa come se Murat, chiedesse vendetta. Chiesa che ha presentato anche il fenomeno di illuminarsi all’improvviso mentre si udivano parole sconnesse provenire dal suo interno. Alcuni, poi, affermano di aver visto il fantasma di Murat vestito di ermellino volteggiare nell’aria. Comunque, per tutti, il suo fantasma chiede eterna vendetta.