L’inconfondibile struttura urbanistica e architettonica di Predappio fu fortemente voluta da Mussolini e realizzata dai più noti architetti dell’epoca. Tra i loghi più suggestivi da visitare vi consigliamo: il Museo Urbano che ha le caratteristiche di un «museo all’aperto» e si propone di essere una guida alla visita delle testimonianze più significative dell’architettura del periodo fascista, giunte a noi pressoché inalterate, attraverso un itinerario segnalato da pannelli esplicativi elaborati con testi ed immagini. Diventa possibile in questo modo «leggere» il paese recuperando la memoria storica ed il valore simbolico che questo assunse all’epoca, con l’obiettivo di contribuire a valorizzare e conservare un patrimonio storico-artistico e culturale comune.
L’iniziativa di costituire il museo urbano di Predappio, un primo importante passo per la valorizzazione e il recupero di questo patrimonio urbanistico e architettonico, si inserisce all’interno di un progetto più ampio, sviluppato dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con le istituzioni e con il mondo universitario, che si pone come obiettivo primario quello di creare a Predappio uno spazio di riflessione e di confronto sulla storia contemporanea e sulla memoria del Novecento.
Palazzo Varano, attuale sede comunale, si trova in posizione dominante rispetto alla piazza Sant'Antonio. Di origini antiche, fu per circa vent'anni, alla fine dell'800, dimora dei Mussolini. L'edificio fu ampliamente trasformato tra il 1926 e il 1927 dall'architetto Florestano Di Fausto che intervenne modificando l'aspetto rurale con l'aggiunta della torre dell'orologio.
La casa natale di Mussolini, un edificio di modesta fattura, una tipica casa rurale romagnola, costruita con sassi e pietra "spungone" senza intonaco esterno. Qui, il 29 luglio 1883, nacque Benito Mussolini. Attualmente l'edificio, ristrutturato e riaperto al pubblico nel 1999 (dopo la chiusura avvenuta nel 1944), è sede di mostre di interesse storico-artistico. Negli ultimi anni sono state allestite importanti esposizioni: cartoline d'epoca, architettura razionalista, artisti futuristi (Sironi, Depero, Balla), manifesti d'epoca, l'invenzione del volo e il Cinema del primo Novecento. All'interno della casa è collocata la storica bandiera della sezione socialista di Dovìa, realizzata nel 1911 con la scritta (dettata da Mussolini all'epoca direttore del giornale socialista L'Avanti!) "Fate largo che passa il lavoro".
Predappio è la città del Sangiovese, che in questa zona, grazie alla particolare composizione del terreno, dà origine ad un vino robusto e strutturato. Consigliamo di assaggiarlo nelle più famose ed antiche Cantine di Predappio Alta: le Cantine Zoli, che accolgono oggi il ristorante-enoteca “Vècia Cantena d’la Pré”, ove si scende nel sottosuolo fino a diversi metri di profondità. Nei locali medievali dell’edificio è pure allestito un Museo del Vino.
La Tenuta Condé sorge sulle colline di Predappio, luogo da sempre considerato culla del Sangiovese. Ad un'altitudine che va da 150 a 350 mt s.l.m., la proprietà si estende per 110 ettari di cui 77 a vigneto. Il rispetto del territorio e l'esaltazione delle tradizioni enologiche ed agronomiche della romagna sono alla base della loro attività quotidiana.
In merito alle birre artigianali vi consigliamo di assaggiare A Killer Beer di Malti e Bassi Brew Family premiata al concorso nazionale "Birra dell'Anno 2018" promosso da Unionbirrai per la categoria birre chiare, alta fermentazione, basso gradazione alcolica e di ispirazione belga.
Se poi desiderate assaggiare qualcosa di solido, Predappio è famosa in tutta Italia per lo Squacquerone Romagnolo, prodotto riconosciuto DOP e ottimo da gustare ad esempio con la piadina. Tra i formaggi tipici ci sono sicuramente anche il Raviggiolo, formaggio fresco di latte vaccino o caprino tipico dell'Appennino Tosco - Romagnolo. Ma la vera specialità che si può gustare a Predappio oltre ai tipici formaggi della Romagna è la Solfara, pecorino di Pienza lasciato stagionare nelle tipiche grotte di Predappio Alta a fine luglio. La Solfara viene lasciata fino a novembre, quando ha assorbito il sapore e l'aroma inconfondibile. Ottimo da gustare con miele e accompagnato dalla tipica piadina.
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