Attraversare a piedi il ponte di Tiberio è sempre un’emozione a cui non si può fare l’abitudine. E’ un continuo viaggio nel tempo, un paradosso attuale: su un ponte millenario, percorso una volta dalle legioni romane, oggi transitano le auto.
Gli influssi romani presenti a Rimini non si limitano a questo e la città che sorge là dove nasce la via Emilia, è capace di sorprendere con pezzi di architettura e monumenti secolari che lasciano letteralmente a bocca aperta. Tanto per fare un esempio, basti pensare all’Arco di Augusto, il più antico esistente, costruito nel 27 avanti Cristo. Sul frontale sono presenti due semicolonne corinzie e il timpano e le rappresentazioni di Giove, Apollo, Nettuno e Minerva. Questa è la Rimini antica, quella che alla fine non ti aspetti, quella che sembra essere l’antitesi della vita notturna, dei locali, dei ristoranti di ogni genere.
In città vivono due anime che si fondo perfettamente nel suo splendido centro storico, dove ai luoghi storici si alternano attività commerciali, locali di ogni tipo e negozi di grandi marchi e griffe.
Tra il dedalo di viuzze, piazzette, strettoie ci si imbatte in muri colorati edifici particolari decorati con ceramiche ed elementi caratteristici della vocazione tipica della città, la pesca. Passeggiando per Rimini è bello perdersi e ritrovarsi, magari scoprendo la casa i luoghi che hanno dato i natali a Federico Fellini. Borgo San Giuliano è uno di questi posti, una piccola porzione di città capace di proiettare i visitatori nel passato, nel bel mezzo di un film. Qui spesso si tengono concerti, video installazioni e gli stessi abitanti aprono le porte delle loro case ai turisti in un clima di convivialità che oggigiorno è merce sempre più rara. Se una volta questo era il borgo dei pescatori, oggi è il luogo dell’elite culturale riminese.
Nella scoperta del centro non si può non fare tappa in piazza Cavour, foro a pianta rettangolare dai colori vivaci e pittoresca, che come il resto della città vive la sua essenza contraddittoria: piena di gente e del vociare nei giorni di mercato ed austera e silenziosa al tramonto così come alle prime ore del giorno. Gli occhi spaziano tra la fontana di G. da Carrara alla vecchia pescheria, dal Teatro inaugurato niente meno che da Giuseppe Verdi, alla statua bronzea di Paolo V, insomma un pezzo di storia assolutamente da riscoprire. Vale la pena anche prendersi un po’ di tempo per visitare il tempio malatestiano, uno tra i più famosi monumenti riminesi. L’interno dell’edificio, a navata unica, è ampio e la profondità dello spazio è in grado di lasciare senza fiato. Nella cappelle laterali si possono trovare opere di Vasari, Poletti e Duccio, ma tra tutti spicca il crocifisso di Giotto e l’affresco di Piero della Francesca.
Nella trilogia delle piazze più importanti di Rimini, che comprende anche piazza Ferrari (nota per la Domus del chirurgo ndr.) non si può dimenticare la “Tre Martiri” detta anche di Giulio Cesare, luogo dove si mescola il moderno all’antico, lo svago alla radicata storia della città e nota di rilievo è la piazza Felliniana di Amarcord.
Ultimo tuffo nella storia, ma non in ordine di importanza, è riservato all’anfiteatro romano eretto nel II secolo dopo Cristo. Gli occhi ingannano ma questo anfiteatro era in grado di ospitare circa 10 mila spettatori, poco meno rispetto a quelle che poteva contenere il Colosseo.
La zona archeologica si trova in una posizione periferica rispetto al centro della città, ma nelle carte della Domus Aurea spicca un dettaglio non da poco: l’anfiteatro si trovava ai tempi della sua costruzione in prossimità del mare.
Rimini come abbiamo potuto appurare non è solamente un luogo di storia e di tradizione ma anche il centro a pieno titolo della “movida” romagnola. La presenza di numerosi locali, ristoranti e negozi ne connotano uno spirito moderno e alla moda, in grado di attirare l’attenzione soprattutto di un pubblico giovane alla ricerca di svago e divertimento allo stato puro.
Non è un caso che le discoteche e i locali notturni di Rimini siano conosciuti in tutta Italia, ma anche all’estero, e sono migliaia i ragazzi europei che trascorrono una parte della loro estate qui per provare il divertimento tipico della riviera.
Tra discoteche pub e ristoranti una capatina alla Ruota panoramica della zona porto non guasta affatto giusto giusto per prepararsi alla notte infinita del Rock Island. Nel periodo invernale il “divertimentificio” si trasferisce nella vecchia pescheria, nel cuore della città ma la movida non perde, anche con il clima freddo, la sua vivacità.
Se la costa si spegne e finisce in letargo in attesa del ritorno della bella stagione, la vita notturna continua a vivere nel cuore della città, dove si può godere di un ottimo aperitivo alla Bottega della Creperia o allo Yerbabuena.
Tornando alla stagione estiva senza ombra di dubbio si deve fare una salto al Kiosko, tanto per provare un aperitivo, mentre il Giardino della Creperia vi intratterrà fino all’alba.
Il calendario degli appuntamenti estivi è ricchissimo ed è bene fare un salto all’ufficio turistico cittadino per essere puntualmente aggiornati sulle numerose proposte offerte.
Riempita la notte, la vita diurna fatta di relax e divertimento riminese si “celebra” sulle spiagge tra ombrelloni campi da beach volley, tennis e giochi acquatici, nei numerosi stabilimenti balneari dove la modernità si sposa con la tradizione ed pittoreschi personaggi celebrati dai film degli anni ’60, i bagnini tanto per intenderci, tengono alto il baluardo dei “vitelloni” romagnoli.
Le 10 opere più famose di Piero della Francesca
Sigismondo Malatesta e San Sigismondo, conservata nel Tempio Malatestiano di Rimini, è, a nostro parere, una delle 10 opere più famose di Piero della Francesca. Completano questa speciale classifica la Resurrezione di Cristo, al Museo Civico di Sansepolcro, la Flagellazione, nella Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino, il Ritratto di Sigismondo Pandolfo Malatesta, al Louvre di Parigi, il Battesimo di Cristo e la Natività, al National Gallery di Londra, le Storie della vera Croce, nella Chiesa di San Francesco, ad Arezzo, il Polittico di Sant’Antonio, nella Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia, i Ritratti di Federico da Montefeltro e Battista Sforza, agli Uffizi di Firenze, la Sacra conversazione, alla Pinacoteca di Brera a Milano e la Madonna del Parto nella Cappella del Cimitero di Monterchi.