Per antonomasia il festival degli artisti di strada si svolge a Ferrara ma ci sono sul territorio romagnolo altri due luoghi, due fratelli minori, di questo evento particolarmente amato non solo a livello nazionale: uno è a Pennabilli, in provincia di Rimini l’altro si trova a Santa Sofia nelle montagne forlivesi. Proprio a Santa Sofia, come si evince anche dal titolo, è dedicato questo post. Si tratta di un paesello vero e proprio dove la cultura romagnola e quella toscana si mescolano. Il paese si trova sul limitare del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi e proprio in questo luogo si trova il centro visita dell’area protetta. Il rapporto tra uomo e natura è da sempre una costante, un elemento caratteristico che ha forgiato il carattere, cordiale e accogliente delle persone che ancora oggi vivono in queste zone e che hanno sviluppato nei secoli un senso di comunità molto forte. Per resistere all’asprezza della stagione invernale solo la collaborazione il rapporto umano, l’aiuto reciproco era l’unica via per poter resistere alle rigide temperature e alle difficoltà quotidiane.
Oggi le cose sono molto diverse ma di quelle dure lezioni impartite dalle difficoltà c’è ancora una profonda traccia nella gente di Santa Sofia. Qui si respira un’aria diversa, suggestiva e non a caso Santa Sofia viene annoverata tra le città del buon vivere, dove l’armonia e la compatibilità sono elementi preziosi e conservati gelosamente, tanto che Slow Food ha di buon grado inserito la cittadina montana nel circuito delle località “slow”.
Santa Sofia si sceglie per diversi motivi: il primo, certamente, è per godere della montagna, della natura e dei suggestivi paesaggi che si incrociano attraversando boschi, colline, foreste, ma non è tutto qui. Le tradizioni, specie quelle gastronomiche, sono perfettamente conservate e il paese offre prodotti tipici senza eguali. Solo il famoso tortello alla lastra “val ben più di una visita”. A questa pietanza tipica è dedicata anche una sagra che si tiene ogni anno a metà ottobre.
Parlando degli eventi del territorio, come accennavamo ad inizio post, si deve ricordare la rassegna dedicata agli artisti di strada, intitolato “Buskers Festival” che si tiene solitamente a Ferragosto: una intera giornata dedicata ad esibizioni, spettacoli, mercatini, workshop, laboratori e conferenze che si concludono a notte inoltrata, sempre con un eccezionale spettacolo pirotecnico.
Sempre a Santa Sofia si tiene annualmente un premio di arte moderna istituito nell’ormai lontano 1955 e denominato “Premio Capigna”. La passione per l’arte ha condizionato talmente tanto il territorio che nell’alveo del fiume Bidente, che attraversa il paese, è stato allestito nel 1992 un parco di sculture all’aperto: qui si possono ammirare l’ “Ulisse” di Anne e Patrick Poirier e l’opera monumentale di Hidetoshi Nagasawa.
Nonostante l’antichità di questi luoghi, le cui radici si perdono nella notte dei tempi, non rimangono grandissimi esempi degli insediamenti religiosi, monastici e dei castelli che una volta sorgevano su questi territori.
Bello, senza ombra di dubbio è il Palazzo Giorni, che risale al XVII secolo così come lo è il Bianchini Mortani.
Un weekend a Santa Sofia scorre tranquillo e beato tra la buona tavola e la buona cultura ma se volete aggiungere qualcosa in più, allora mettete in cantiere una visita alla Diga di Ridracoli, una monumentale opera ingegneristica costruita tra il 1974 e il 1982 a 557 metri sul livello del mare. Pare quasi paradossale che una immensa colata di cemento possa trovarsi all’interno del parco nazionale, ma non lo è: la diga non è di certo un “ecomostro” ma un virtuosismo dell’uomo. C’è da rimanere estasiati nell’attraversare il ponteggio dell’invaso: da un lato si staglia il bacino artificiale, uno spettacolo che trasmette un incredibile senso di pace e serenità, dall’altra il salto nel vuoto dell’acqua vi toglierà il fiato. Alla artificiosa bellezza si accompagna l’indiscutibile utilità di quest’opera. che viene a buon diritto annoverata tra gli esempi migliori di equilibrio tra ingegneria umana e ambiente: la diga fornisce acqua a più di un milione di persone di tutta la riviera romagnola.
Per informazioni sugli orari e i giorni di apertura è possibile consultare l’aggiornatissimo sito internet (http://www.romagnacque.it/lacqua_in_diretta/diga_di_ridracoli)
La diga nel corso degli anni è diventata una vera propria attrazione turistica capace di richiamare presenze da tutta Italia e proprio con il trascorrere del tempo e proporzionalmente all’afflusso di persone sono nati servizi ed attività collaterali.
E’ possibile attraversare l’invaso utilizzando l’imbarcadero elettrico a bassissimo impatto ambientale e nel periodo estivo vengono organizzate vere e proprie traversate in canoa aperte ad adulti e ragazzi. In queste escursioni si raggiungono anche luoghi altrimenti inaccessibili ed è qui che sta la meraviglia: non di rado infatti ci si trova faccia a faccia con una fauna vivace, diffidente, ma per niente disturbata dalla presenza dell’uomo.
Se temete la profondità delle acque un sentiero molto facile e ad alta percorribilità vi permetterà di circumnavigare una parte dell’alveo permettendovi di vedere questi luogo da prospettive differenti. Periodicamente i cunicoli della diga sono accessibili ed aperti al pubblico. In tali occasioni, sempre segnalate sul sito internet riportato poco sopra, è possibile partecipare alle visite guidate in questi luoghi insoliti.
Per una pausa, una merenda oppure per pranzare vi consigliamo di approfittare del chiosco “La terrazza sul lago”, dove potrete gustare la tipica piadina romagnola, il tortello alla lastra e altre specialità locali. Passeggiando per la struttura vi imbatterete in installazioni, pannelli e strumentazioni che vi racconteranno la storia e le particolarità di questa grande opera, ma se volete scoprire più a fondo le vicende legate alla diga vi consigliamo una visita all’ecomuseo, una struttura che nel 2006 ha persino ottenuto una nomination allo “European Museum of the Year Award” classificandosi al 18 posto a livello mondiale. Dal rapporto tra uomo e acqua, alla fauna della Valle del Bidente, passando per la scoperta delle forme di energia alternativa, il percorso espositivo e interattivo del museo vi chiarirà le idee sull’utilità non solo della diga ma vi proporrà curiosità ed aspetti scientifici che nella loro ordinarietà saranno in grado di stupirvi. E’ un museo a misura di bambino e le attrazioni ed attività proposte ricordano il museo della scienza valenciano.
Santa Sofia è un luogo magico e la sua collocazione vi permetterà di scoprire a fondo le bellezze naturali che contraddistinguono la Romagna dell’entroterra, quella più sconosciuta ma verace. Il paese, infatti, si trova a soli 15 km dal borgo medioevale del Corniolo e a poche centinaia di metri da numerosi percorsi e sentieri escursionistici. Seguendo poi la strada forestale che conduce al parco nazionale si può visitare il borgo “fantasma” di San Benedetto in Alpe, un abitato contadino completamente abbandonato che conserva tuttavia i caratteri suggestivi della storia di questi luoghi, offrendo un chiaro esempio di quella Santa Sofia che fu.