Weekend a Soragna

Un weekend a Soragna, meta ideale per un soggiorno all’insegna del mistero nel castello della famiglia Meli Lupi

Rocca di Soragna

A Soragna si trova il castello della famiglia Meli Lupi che è tutt’ora in parte abitato da un diretto discendente del casato. Edificato verso la fine del XIV secolo è caratterizzato dalla sua pianta quadrata che presenta una torre ad ognuno dei lati in quanto nacque con l’idea di essere una vera e propria Rocca difensiva che, con il passar del tempo, venne modificata in signorile villa nobiliare.

Esiste una leggenda che il vero proprietario del castello sia il fantasma di Cassandra Marinoni, moglie del marchese Diofebo II Meli Lupi, meglio conosciuta come ‘donna cenerina’ per via del colore biondo cenere dei suoi capelli. Cassandra fu assassinata nel 1573 da suo cognato insieme alla sorella Lucrezia per cause che non si sono mai risapute. A quel tempo si tentò di non punire il colpevole tanto che Filippo II re di Spagna fece tutti gli sforzi per colpire l’autore del crimine ma senza riuscirvi.
 

Il visitatore potrà visitare la parte pubblica della Rocca che include la Sala d’Armi, la Sala degli Stucchi, la Galleria dei Poeti e la Sala del Biliardo Antico

Rocca di Soragna, sala grottesche

Pare che il fantasma di Donna Cenerina non sia così espansivo nel farsi vedere e che si mostri in modo evidente solo quando è prossima la morte di un componente della famiglia Meli Lupi. Il che equivale a dire che quando appare il suo spettro, qualcuno presto morirà. La sua presenza è comunque evidente anche nel rumore che fa generare dagli antichi mobili, segno anche questo di prossime sventure.

Il visitatore potrà conoscere il volto di Cassandra nel dipinto che è conservato, insieme a tanti altri, nella Galleria degli Antenati dove si può accedere pagando un biglietto di ingresso che consente la visita alla parte pubblica della Rocca che include la Sala d’Armi, la Sala degli Stucchi, la Galleria dei Poeti e la Sala del Biliardo Antico. Visibile anche la Cappella di Santa Croce dove riposano tutti i membri della famiglia e dov’è leggibile un epitaffio che gioca sul cognome della casata e che recita:

"Quivi giace a marcir entro l'avello
nudo, senza vigor, vile, fetente
un lupo per venir celeste agnello." 

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