Chi pensa che gli spettri si aggirino solamente all’interno di vecchi castelli medioevali, si sbaglia di grosso. Chi crede nell’aldilà, non si stupisce del fatto che anime in pena si trovino in tutti i luoghi della terra, anche nell’incantevole Sardegna, più famosa per il suo mare che non per leggende che da quelle parti, si tramandano di generazione in generazione. E’ il caso di Argentiera, una località non certo molto famosa a livello turistico pur essendo affacciata sul mare ma che è stata sfruttata, come molte altre sull’isola, per via di una miniera ora chiusa da tempo.
L’impressione che si ha vedendo quel buco nero circondato da edifici in disfacimento, è quella di sentire una strana energia che non è solo il sintomo di abbandono di un luogo che ha visto vivere e lavorare delle persone. Se entrate dentro i cunicoli, cosa possibile, potete scoprire le gallerie scavate dai minatori e che sono costate fatiche inenarrabili.
La miniera, aperta nel lontano 1840, era motivata da una ricca vena di oro e di argento che scoperte per caso, diedero da lavorare a molti minatori. Ovviamente la zona prosperò grazie a tutto l’indotto che, in questi casi, veniva provocato dallo stato delle cose. Si arrivò a scavare fino ad oltre settecento metri di profondità ma l’immediatezza del mare e la conseguente fragilità delle rocce, erose dalla salsedine, causò devastanti ed inattesi crolli dove morirono tanti minatori.
Per taluni la fine fu atroce perché sepolti vivi e senza nessuna possibilità di essere aiutati dall’esterno. Leggenda vuole che le loro anime percorrano ancora quei cunicoli tanto da essere visti da molte persone che hanno segnalato le apparizioni tanto da provocare nel 1963 la chiusura e l’abbandono di quel territorio, ora in rovina. Se camminerete tra quei muti testimoni di un tempo, non potrete che avvertire una cupa atmosfera che vi farà sembrare che il tempo di allora sia ancora presente ed avvertirete gli spiriti che aleggiano intorno a voi.
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