Edificata verso la metà del XV secolo con lo scopo di resistere anche agli attacchi contro i cannoni, la Rocca di questa bella cittadina medioevale, è il punto di confine dell’influenza di Ancona contro la rivale Osimo. Ancora oggi questo castello rappresenta l’attrattiva di questo ben conservato borgo che Papa Eugenio IV volle includere nel territorio di Ancona. La Rocca rappresenta un ideale esempio di struttura militare a guisa tra medioevo e rinascimento. La struttura quadrata, presenta un mastio che posa su di una roccia di tufo che ne accresce il valore difensivo e, che data la sua conformazione, non necessitava di nessun fossato. Infatti, alzati gli allora due ponti levatoi che ne permettevano l’accesso, il castello era totalmente isolato, cinto com’era da poderose mura dove esistevano i camminamenti di ronda che permettevano l’accesso veloce ai cannoni.
Un pozzo di oltre trenta metri di profondità assicurava una abbondante scorta di acqua per resistere anche agli assedi più lunghi e diversi locali erano adibiti a deposito di proiettili e polveri usati dagli armigeri e agli archibugieri che avevano il compito di difesa. Gli amanti della storia potranno ammirare dentro la Rocca di Offagna, una splendida collezione di armi antiche e di diversi reperti medioevali, curata con la collaborazione dei Musei di Stato della Repubblica di San Marino. Il borgo, a parte la Rocca, era difeso anche da un recinto fortificato dove si alzavano torri necessarie ad avvisare dell’eventuale pericolo di invasione e primo sistema di contrattacco verso i nemici. Il recinto serviva anche ad accogliere gli abitanti dei dintorni in caso di pericolo. E’ rimasto al giorno d’oggi, un torrione semirotondo che chiudeva la cinta perimetrale nella parte nord-est di Offagna.
Il borgo ci parla anche di una leggenda. Offagna, infatti, è un luogo importante a livello archeologico per la presenza di villaggi celtici. Il mito parla di un tesoro che sarebbe nascosto e che sarebbe costituito da una gallina d’oro circondata da pulcini, identica al tesoro dei Longobardi. Ma a difesa di questo tesoro vi è un fantasma che si chiama Paora e che ne impedisce il ritrovamento. Secondo la tradizione, nei pressi del luogo dove si trova il tesoro, ci sarebbe una fonte che giungerebbe fino a Portonovo.
Sotto il monte si sono trovate delle gallerie con archi e colonne che nel XVII secolo furono abitata dalla setta dei Giacomiti, perseguitati come eretici dalla Chiesa. Infatti sono stati portati alla luce molti reperti durante degli scavi ma, ovviamente del tesoro, nessuna traccia. Sono stati fatti diversi tentativi per cercarlo, con sistemi scientifici e addirittura con un rabdomante per trovare la fonte. Voci dicono che il fantasma della Paora appari all’improvviso sottoforma di una vecchietta che cerca di fuorviare chi chiede informazioni e tutto ciò contribuisce a sviluppare la credenza popolare della chioccia dalle uova d’oro.