E’ nel Piemontese territorio di Frabosa Soprana che si trova un grande sistema carsico che si è originato all’interno dello spartiacque Maudagna-Corsaglia, ad 836 metri di altezza e che ha dato modo di creare la Grotta di Bossea, una tra le più ricche ed importanti per via della grande varietà di concrezioni e la vastità di ambienti ricchi di acque e laghetti sotterranei che originano aspetti suggestivi.
Infatti, gli effetti scenografici che sono possibili ammirare in questa grotta, sono notevoli e implicano le imponenti dimensioni, le vertiginose altezze delle pareti a strapiombo, i soffitti intagliati a spigolo vivo, i dirupi e gli anfratti ed i macigni precipitati dall’alto della volta. All’aspetto predominante di questa ambientazione va aggiunto un ricco concrezionamento di origine calcarea che ha formato con il passare dei millenni, colate imponenti, significative colonne, enormi stalagmiti e stalattiti, panneggi di grande rilievo.
La grotta, la cui prima esplorazione risale al 1850, è stata attrezzata ed illuminata per consentire le visite turistiche su di un percorso di oltre due chilometri e con un dislivello di duecento metri nel quale si avrà modo di osservare il torrente sotterraneo che forma cascatelle, laghetti, rapide o semplicemente scorre placido tra sponde rocciose e pittoresche dove si aprono concrezione e copiose percolazioni che creano giochi d’acqua attraverso rivoli, spruzzi, fontanelle.
Nel grande Salone del Tempio, è esposto uno scheletro completo di un ursus speleo che visse nelle grotte del cuneese fino a 15.000 anni fa e che ora riceve i visitatori. Sin dalle prime esplorazione la grotta ha presentato accumuli ossei di questo plantigrado vissuto nell’Era Quaternaria e qui presente tra gli 80mila e i 12mila anni fa quando gli orsi spelei ci trascorrevano il letargo invernale.
La visita ha una durata di circa 100 minuti e si snoda all’interno del percorso storico recentemente implementato da nuovi itinerari per una lunghezza di circa 3 chilometri ed un dislivello di oltre centodieci metri duranti i quali si tratteranno argomenti relativi alla genesi del sistema carsico e della sua architettura, del popolamento biologico all’interno della grotta, dei resti dell’Ursus Spelaeus e dei primati di Bossea.
All’interno della grotta è sito un laboratorio carsologico del dipartimento del Politecnico di Torino che insieme ad altre collaborazioni studia le circolazioni idriche nelle rocce carbonati e l’organizzazione e l’evoluzione degli acquiferi carsici.
Aldo Galvagno
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