Per il nostro fine settimana abbiamo scelto di visitare il vulcano più attivo in Europa che è anche un incanto della natura.
Infatti il Parco Naturale dell’Etna raggruppa grandi varietà ambientalistiche e paesaggistiche che possono essere facilmente vissute attraverso suggestive escursioni nei boschi e nei crateri oggi inattivi.
Escludendo quelli che sono i percorsi dedicati agli appassionati e agli allenati che amano fare trekking (in questo caso è da avvicinarsi con estrema prudenza), esistono tuttavia dei semplici sentieri che sono alla portata di tutti che avranno modo di entrare in un mondo ricco di flora, che regalerà splendidi paesaggi.
Indubbiamente una delle mete più quotate è il Rifugio Sapienza ubicato ad oltre 1900 metri che oltre che essere hotel, bar e ristorante è anche centro di partenza di molte escursioni.
Si usa l’impianto di telecabine che portano in un solo quarto d’ora fino a duemilacinquecento metri e poi si usano dei 4x4 per effettuare il secondo tratto che arriva fino a 2900 metri dal quale godere di una esclusiva vista panoramica sospesa sul mare che mostra il cratere centrale e quello posto a sud-est e le varie colate laviche che hanno reso questo scenario davvero unico e speciale. Qui le guide autorizzate accompagneranno i turisti fino a dove le circostanze lo permetteranno per poter vedere in totale sicurezza la vitalità del vulcano.
L’alternativa è rappresentata dalla visita del Lago di Gurrida che si è formato dalla modifica, causata da varie colate laviche, del fiume Flascio che non riuscendo più a raggiungere il mare ha qui formato un bacino che è oggi, l’unico lago creatosi per via di uno sbarramento lavico. E’ l’unica zona umida del Parco dell’Etna e offre un comodo rifugio per uccelli migratori che qui si ristorano.
Per arrivarci bisogna imboccare l’autostrada e uscire a Fiumefreddo seguendo le indicazioni per Randazzo dove potete anche fare una breve sosta trattandosi di un suggestivo borgo di origine medioevali. Quindi vanno seguite le indicazioni per Murazzo Rotto dove partirà la segnaletica per il lago che attraverso una strada sterrata che termina con uno slargo. E’ necessario proseguire a piedi per circa un chilometro e mezzo tra vigneti e minuscoli pontili di legno ma la fatica ne varrà la pena.
Aldo Galvagno
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